Fedez si dichiarò "nullatenente", esposto Codacons a GdF. Il rapper: "Nulla da nascondere"

Cronaca

Nella denuncia si chiede di indagare sul fronte fiscale sul gruppo societario del marito di Chiara Ferragni. Il documento è stato presentato per "possibili situazioni di interesse poste in essere" nell'ambito del gruppo societario facente capo al 34enne rapper milanese che si era dichiarato "nullatenente" in risposta a una domanda del giudice in un processo per diffamazione a Milano nel 2020. Lui replica: "Informazioni decontestualizzate, ho detto la verità"

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Continua la querelle tra Fedez e il Codacons, che ha annunciato di aver presentato un esposto alla Guardia di finanza di Milano e Roma in cui si chiede di indagare sul fronte fiscale sul gruppo societario del marito di Chiara Ferragni. Il documento è stato presentato per "possibili situazioni di interesse poste in essere nell'ambito del gruppo societario facente capo" al 34enne rapper milanese che si era dichiarato "nullatenente" in risposta a una domanda del giudice in un processo per diffamazione a Milano nel 2020. 

La replica

"Sono informazioni decontestualizzate, ho detto la verità, non ho nulla da nascondere", replica Fedez. “Mi spiace molto leggere questo articolo - prosegue - non ne capisco il senso e lo scopo, se non quello di dare un’idea sbagliata ai lettori e alle lettrici riportando una mia dichiarazione in modo del tutto decontestualizzato”, dice il rapper su Repubblica

L'episodio dell'udienza

"Alla domanda se fosse intestatario di beni, ha risposto: 'No, ho tutto intestato alle mie società'", precisa il Codacons, che fa riferimento a una frase pronunciata da Fedez in un'udienza del novembre 2020, in cui era accusato di una diffamazione ai danni dell'associazione consumatori. I "beni mobili o beni immobili registrati" sono intestati "alle mie società", aveva dichiarato in quell'occasione il cantante, come si sente nell'audio pubblicato da Repubblica che ha anticipato la notizia. 
Per l'associazione dei consumatori quella risposta in udienza "in maniera sintetica ma efficace, fa emergere una personalità incline a 'sfruttare' a proprio vantaggio i meccanismi mediante cui si celano le ricchezze personali, situazione questa dove è molto frequente possano annidarsi situazione di elusione fiscale o di vera e propria evasione". 

La vicenda

Negli allegati alla denuncia dell'associazione dei consumatori si fa riferimento anche ad una relazione di consulenza di Gian Gaetano Bellavia, commercialista e noto esperto di diritto penale dell'economia, in cui viene descritta "una trama societaria in cui si presentano e si ripetono tutti gli indici di pericolosità fiscale". La querela del Codacons a Milano era finita in archiviazione ma quelle parole hanno suscitato l'attenzione dell'associazione che ha commissionato uno studio a Bellavia. Nell'esposto di nove pagine alla Guardia di Finanza di Milano e Roma, pur precisando di non poter verificare o affermare che il 'gruppo Fedez' evada le tasse, si denuncia "un uso continuo e ripetuto di operazioni poco trasparenti e talvolta senza un'apparente ragione economica" e si chiede di verificare "come sono state gestite fiscalmente le suddette operazioni che generano disallineamenti tra gli effetti civilistici e gli effetti fiscali".

La denuncia del Codacons

Il gruppo, si legge nella denuncia, "è saldamente in mano alla società Zedef che fa capo alla famiglia di origine di Fedez e cioè oltre a lui stesso, alla madre e al padre che rivestono anche le cariche societarie chiave nella società stessa". Nell'arco di cinque anni "si sono succedute - sostiene il Codacons - numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi". La scelta di "attivare istituti come fusioni inverse e scissioni non proporzionali asimmetriche evidenzia la padronanza con sistemi consulenziali raffinati e di elevato grado di complessità che vanno oltre una semplice esigenza economica o di sviluppo, come peraltro emerge dalla lettura dei relativi atti notarili (estremamente articolati) e dai flussi finanziari". Sempre secondo l'esposto, "la fitta trama di rapporti di affari con nuovi soggetti che delinea l'allegata ricostruzione" rappresenta "un salto di qualità, in termini strategici". La situazione merita "un'analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di 'potere occulto e trasversale'". 

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