Lo ha deciso oggi la Corte d'appello di Milano nel procedimento sul 23enne coindagato di Ilaria Salis e anche lui accusato di aver aggredito dei militanti di estrema destra a Budapest un anno fa. I giudici, come spiegato dai difensori, hanno evidenziato "quel rischio di trattamento inumano" nella detenzione, messo in luce dalla difesa
Gabriele Marchesi per il momento non sarà consegnato all'Ungheria e resterà almeno fino a maggio ai domiciliari in Italia. Lo ha deciso oggi la Corte d'appello di Milano nel procedimento sul 23enne coindagato di Ilaria Salis e anche lui accusato di aver aggredito dei militanti di estrema destra a Budapest un anno fa. La Corte milanese ha deciso di chiedere ulteriori informazioni all'Ungheria su misure cautelari alternative e ha rinviato il procedimento al prossimo 18 maggio. Il giovane è ai domiciliari a Milano in seguito a un mandato di arresto europeo proprio per i fatti del febbraio 2023.
Mantenuta la custodia cautelare ai domiciliari
Il "punto di svolta trovato" dalla Corte d'Appello di Milano col suo provvedimento su Marchesi "è stato quello di indicare all'Ungheria", attraverso una richiesta di informazioni, "di valutare per lui una misura alternativa alla detenzione carceraria là, come i domiciliari in Italia", sulla base proprio di quella "decisione quadro del 2009", che la difesa ha chiesto di applicare per Ilaria Salis. Lo hanno spiegato i legali Eugenio Losco e Mauro Straini, difensori del 23enne, commentando coi cronisti la decisione dei giudici milanesi che, in sostanza, hanno deciso di mantenere per ora (termine ultimo della misura il 18 maggio) la custodia cautelare ai domiciliari per il giovane in Italia, sulla base del mandato d'arresto europeo, e nel frattempo di chiedere alle autorità ungheresi se a lui si possa applicare una misura alternativa al carcere, citando, appunto, nel loro provvedimento quella decisione quadro europea del 2009, che consente di eseguire le misure cautelari negli Stati di residenza dell'indagato.
Prossima udienza il 28 marzo
Per ora, dunque, nessuna consegna di Marchesi all'Ungheria, anche perché i giudici, come spiegato dai difensori, hanno evidenziato "quel rischio di trattamento inumano" nella detenzione, messo in luce dalla difesa. La prossima udienza, in attesa della risposta ungherese, è fissata per il 28 marzo. Intanto ieri il padre di Ilaria Salis ha annunciato che la figlia presenterà una richiesta per avere i domiciliari in Italia o, in subordine, in Ungheria.