Il giovane, fermato a Monza per avere teso un cavo di acciaio ad altezza uomo in viale Toscana, ha confermato la versione fornita dal 24enne Alex Baiocco, il primo fra i tre amici, di cui uno minorenne, ad essere stato fermato. "Ha molto dolore per ciò che può avere provocato alla sua famiglia. Ci ha tenuto a ribadire che ha avuto un'educazione ben diversa", ha detto il suo legale
Michele Di Rosa, il 18enne fermato a Monza per avere teso un cavo di acciaio ad altezza uomo, nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorsi in viale Toscana a Milano, è stato interrogato questa mattina in carcere dal gip Andrea Giudici. Rispondendo a tutte le domande del magistrato, il giovane ha sostanzialmente confermato la versione fornita dal 24enne Alex Baiocco, il primo fra i tre amici, di cui uno minorenne, ad essere stato fermato.
L'interrogatorio davanti al gip
"Si era detto pentito già quando è andato a costituirsi il giorno dell'Epifania - ha spiegato il suo legale Gaetano Giamboi - e adesso lo ha ribadito con ancora maggiore forza e maturità. Ha una grande consapevolezza di ciò che è accaduto e non ha mai voluto minimizzare l'episodio, nemmeno dal punto di vista terminologico". Di Rosa, che secondo il racconto di Baiocco sarebbe stato il primo a proporre al gruppetto di tornare indietro per rimuovere il cavo, "ha molto dolore per ciò che può avere provocato alla sua famiglia. Ci ha tenuto a ribadire che ha avuto un'educazione ben diversa". La decisione del giudice, sulla convalida o meno del fermo e sulla misura cautelare, è attesa entro domani mattina. Il ragazzo è accusato del reato di blocco stradale.