Saman Abbas cittadina onoraria di Novellara: "Simbolo di libertà e di autodeterminazione"

Cronaca
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La 18enne pakistana, uccisa la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, è diventata cittadina onoraria del Comune in provincia di Reggio Emilia dove viveva con i genitori e dove è morta. Lo ha annunciato la sindaca Elena Carletti. Il riconoscimento vuole "trasmettere un messaggio chiaro e forte contro l’inaccettabile e violenta pratica dei matrimoni forzati"

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Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara, è diventata cittadina onoraria del Comune in provincia di Reggio Emilia dove viveva con i genitori e dove è morta. Lo ha annunciato il sindaco Elena Carletti. Il riconoscimento, che arriva a pochi giorni dalla sentenza di primo grado del processo per l'omicidio della giovane, "è simbolo di libertà e di autodeterminazione personale, per trasmettere un messaggio chiaro e forte contro l’inaccettabile e violenta pratica dei matrimoni forzati - ha detto la sindaca di Novellara - Un riconoscimento a Saman e, simbolicamente, a tutte quelle donne che si trovano oggi in situazioni simili, affinché possano sentirsi riconosciute e sostenute nella battaglia per quei principi di libertà e di dignità della persona in quanto valori fondanti della nostra Costituzione".

Un fondo comunale dedicato a Saman

"Abbiamo volutamente atteso la conclusione del processo - ha detto Carletti - che ha restituito giustizia e verità, se non altro nel primo grado di giudizio, nella speranza che il percorso possa continuare e portare ancora più chiarezza in questa vicenda". La sindaca infine ha annunciato anche che "sarà istituito un fondo comunale dedicato a 'Saman Abbas', che unirà risorse pubbliche a private se ce ne saranno, per contrastare la violenza di genere nel nostro territorio, attraverso borse di studio, formazione dei nostri operatori sul campo, sperando che sia una spinta per essere ancora più efficace sul tema". 

Il processo

Nei giorni scorsi si è concluso il processo di primo grado, che ha condannato all'ergastolo i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, latitante in Pakistan. La sentenza della Corte d'assise di Reggio Emilia, che ha escluso il sequestro di persona e la premeditazione, ha condannato lo zio Danish Hasnain, colui che ha permesso il ritrovamento del corpo, a 14 anni in virtù della concessione delle attenuanti generiche, della caduta delle aggravanti, e soprattutto come effetto del rito abbreviato, chiesto in udienza preliminare, che comporta la riduzione di un terzo della pena. I due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che erano stati arrestati all'estero, sono invece stati assolti. Il dispositivo di condanna ha escluso dai risarcimenti il fratello e il fidanzato della giovane ragazza.

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