Istat, censimento 2022. Cala la popolazione residente, nuovo record negativo per natalità
Il report su “Popolazione residente e dinamica demografica” indica che al 31 dicembre 2022 la popolazione in Italia contava 58.997.201 residenti. Rispetto al 2021 si registra una flessione pari a -32.932 individui. In calo abitanti nel 61,3% dei comuni, tengono quelli più grandi. Prosegue invecchiamento, età media 46,4 anni. Gli stranieri sono l'8,7% della popolazione
- L’Istat ha pubblicato il suo report su “Popolazione residente e dinamica demografica”. Emerge che al 31 dicembre 2022 la popolazione in Italia contava 58.997.201 residenti. Rispetto al 2021 si registra una flessione pari a -32.932 individui, a sintesi di un calo significativo dovuto a una dinamica demografica ancora negativa pari a -179.416 persone e di un recupero censuario pari a + 146.484 persone
- Il conteggio della popolazione abitualmente dimorante è stato effettuato sulla base dei segnali di vita amministrativi, con un consolidamento della metodologia adottata a partire dal 2020, integrando i segnali di vita contenuti in archivi amministrativi e registri statistici con i risultati delle rilevazioni sul campo, mediante l’uso di modelli statistici
- I nati residenti in Italia sono 393mila nel 2022, con un tasso di natalità del 6,7 per mille. Si rilevano quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 (-1,7%), e ben 183mila in meno (-31,8%) rispetto al 2008, anno in cui il numero dei nati vivi registrò il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila. I nati da genitori entrambi stranieri sono 53mila e costituiscono il 13,5% del totale dei nati
- La diminuzione delle nascite è in gran parte determinata dal calo della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni), oltre che dalla continua diminuzione della fecondità. Nel 2022 il numero medio di figli per donna è pari a 1,24, valore in lieve calo rispetto all’anno precedente (1,25) e in linea con il trend decrescente in atto dal 2010. L’età media al parto rimane stabile rispetto al 2021, pari a 32,4 anni, mentre l’età media alla nascita del primo figlio si attesta a 31,6 anni
- Nel 2022 sono stati celebrati in Italia 189.140 matrimoni, il 4,8% in più rispetto al 2021 e il 2,7% in più in confronto al 2019, anno precedente la crisi pandemica, durante la quale molte coppie hanno rinviato le nozze. Sono state 2.813 le unioni civili tra coppie dello stesso sesso nel 2022 e mostrano un aumento rispetto all’anno precedente (+31,0%) e un sostanziale incremento anche rispetto al 2019 (+22,5%). Considerando i dati provvisori dei primi otto mesi del 2023 la tendenza all’aumento appare confermata
- Gli stranieri censiti sono 5.141.341 (+2,2% rispetto al 2021), con un’incidenza sulla popolazione residente dell’8,7%. In totale, la differenza tra sotto-copertura e sovra-copertura anagrafiche individuate sulla base dei segnali di vita amministrativi per la popolazione straniera è positiva e pari a 343.678 individui
- Il 61,3% dei 7.904 comuni italiani (4.843) perde popolazione rispetto all’anno precedente, mentre un leggero incremento si osserva solo in 2.936 Comuni dove risiedono circa 28 milioni 325mila persone, il 48% della popolazione a fine 2022
- Il decremento di popolazione interessa soprattutto i piccoli Comuni fino a 5mila abitanti (che rappresentano ben il 70% dei Comuni italiani), i due terzi dei quali perdono popolazione rispetto al Censimento 2021. Seguono i Comuni nella classe 50-100mila abitanti (1,2% dei Comuni italiani), tra i quali la quota di Comuni che perde popolazione è pari al 58,9%
- Dei Comuni medio-piccoli, con 5-20mila e 20-50mila abitanti, che costituiscono il 28,3% dei Comuni italiani, perde popolazione poco più della metà (rispettivamente il 51,8% e il 52,8%). Tra i 44 comuni con oltre 100mila abitanti ben la metà guadagna popolazione (erano solo 5 tra il 2020 e il 2021) mentre tra i restanti 22 il saldo è negativo rispetto al censimento 2021 , per un totale di 19.835 residenti in meno
- A fine 2022 l’età media è pari a 46,4 anni per il totale della popolazione (47,8 anni per le donne 44,9 anni per gli uomini). Rispetto al 2021, quando l’età media era pari a 46,2 anni si consegue un ulteriore passo in avanti nel processo di invecchiamento della popolazione. Rispetto all’anno precedente diminuisce di poco il peso percentuale degli individui in età 0-9 anni e quello degli individui in età 35-49 anni. Aumenta, invece, di poco quello degli individui in età 55-79 anni
- L’invecchiamento della popolazione è un processo che accomuna tutte le realtà del territorio pur in presenza di una certa variabilità. La Campania, con un’età media di 43,9 anni (era 43,6 nel 2021), continua a essere la Regione più ‘giovane’ mentre la Liguria, con un’età media di 49,5 anni (era 49,4 nel 2021) si conferma quella più ‘anziana’
- Orta di Atella (Caserta) si conferma il comune più ‘giovane’ d’Italia con un’età media di 36,9 anni (era 36,6 nel 2021), mentre Ribordone (Torino), un Comune con appena 50 abitanti, è quello con l’età media più alta, pari a 65,5 anni
- Il progressivo invecchiamento della popolazione è ben evidenziato anche dal diretto confronto tra la numerosità degli anziani e quella dei giovani. Continua, infatti, a crescere l’indice di vecchiaia (che misura il numero persone di 65 anni e più ogni 100 giovani di 0-14 anni) che passa dal 187,6% del 2021 al 193,1% del 2022 (era pari al 148,7% nel 2011). Valori più bassi di tale indicatore afferiscono alla Campania e al Trentino-Alto Adige (rispettivamente 148,6% e 150,8%), mentre il valore più alto si registra in Liguria (270,8%)
- Nel 2022 i decessi sono stati 715mila, 342mila (il 48%) dei quali hanno interessato gli uomini e 373mila le donne (il 52%), per un tasso di mortalità complessivo pari al 12,1 per mille. Rispetto all’anno precedente il numero dei morti cresce di quasi 14mila unità con un incremento pari al 2%, in linea con l’intrinseca tendenza all’aumento, sottostante il progressivo invecchiamento della popolazione. Il più alto numero di decessi si è avuto durante i mesi più rigidi, gennaio e dicembre, e nei mesi più caldi, luglio e agosto
- Le condizioni generali di sopravvivenza risultano più favorevoli nel Centro-nord, come testimonia l’indicatore sulla speranza di vita alla nascita. La Provincia autonoma di Trento è l’area del Paese, tra le Regioni, con la più alta speranza di vita alla nascita sia tra gli uomini (82,1 anni) sia tra le donne (86,3). La Campania, con valori della speranza di vita alla nascita di 79,0 anni per gli uomini e di 83,1 per le donne, resta la Regione dove si vive meno a lungo