Cinquant'anni fa l'attentato a Fiumicino, i ricordi del fotoreporter Elio Vergati

Cronaca
©Ansa

Era il 17 dicembre del 1973 quando cinque terroristi palestinesi uccisero 32 persone presso lo scalo romano: "In quei momenti non hai nessuna sensazione di paura. È dopo, una volta finito tutto, allora capisci e ti chiedi: cosa è successo? È tremendo” ha detto Vergati a Sky TG24

ascolta articolo

Sono passati cinquant'anni da quel 17 dicembre 1973, quando un commando terrorista palestinese composto da cinque persone fece irruzione all'interno del terminal di Fiumicino e, con armi automatiche ed esplosivi, uccise 32 persone, ferendone altre 15. “Ho visto in lontananza un aereo che fumava, allora sono andato lì. Non mi ero accorto che c'era la situazione dei terroristi che avevano preso in ostaggio un aereo" ha ricordato ai microfoni di Sky TG24 il fotoreporter Elio Vergati, che assistette all'attentato e lo documentò con la sua macchina fotografica: "Arrivato proprio all'altezza dell'aereo che avevano sequestrato, vedo un gruppetto e uno con la pistola che davanti aveva quattro persone con le mani alzate. Mi dico: che succede qua? Poi ho visto il finanziere a terra steso che è stato colpito. In quei momenti non hai nessuna sensazione di paura. È dopo, una volta finito tutto, allora capisci e fai un po' un esame di coscienza. Ma che è successo? È tremendo”.

I fatti

Erano le 12.51 quando un commando di cinque terroristi palestinesi arrivò sulla pista dell'aeroporto di Fiumicino, facendosi largo sparando all'impazzata e uccidendo due persone. Arrivati nei pressi del Boeing 707 della Pan Am diretto a Teheran, gettarono al suo interno una bomba al fosforo e due granate. Alcuni passeggeri riuscirono a scappare, mentre altri 30 rimasero uccisi. Durante l'attacco perse la vita anche il finanziere 20enne Antonio Zara, primo a raggiungere il luogo dell'assalto.

Mattarella: "Terrorismo uccide i valori dell'umanità"

"Il terrorismo offende i valori dell'umanità, a partire dal diritto alla vita, lede l'incolumità individuale e collettiva, viola i diritti umani, minaccia pace e sicurezza universale. Occorre saper dare risposte costruttive alle sofferenze di chi ritiene di non avere vie di uscita dalla propria condizione, attuando le necessarie misure di contrasto alle organizzazioni che agiscono con l'obiettivo di soggiogare le popolazioni con il terrore, di esercitare forme di costrizione sui pubblici poteri, di destabilizzare le strutture cardine degli Stati" ha detto il presidente Mattarella in occasione dell'anniversario dell'attentato. "Quell'attacco arrivò in un contesto di instabilità medio-orientale che generò attentati, in particolare, a numerosi Paesi occidentali. L'efferatezza dei terroristi provocò la morte di trentadue persone, tra cui sei connazionali: il giovane finanziere Antonio Zara, ucciso nel tentativo di sventare l'attentato, Raffaele Narciso, Domenico Ippoliti, Giuliano De Angelis insieme alla moglie, Emma Zanghi e alla figlia Monica. La pretesa della violenza come mezzo di affermazione delle proprie ragioni ha radici profonde. Le manifestazioni di odio a cui ancora oggi siamo costretti ad assistere seminano ulteriore contrapposizione e colpiscono al cuore la convivenza civile", conclude il presidente della Repubblica. "In occasione del cinquantesimo anniversario dell'attentato terroristico all'Aeroporto Internazionale di Roma Fiumicino, rinnovo le espressioni di cordoglio ai familiari delle vittime. Tale drammatica ricorrenza richiama le Istituzioni alla necessità di contrastare con determinazione il terrorismo in tutte le sue forme, rafforzando la cooperazione internazionale quale strumento di prevenzione e di promozione di misure volte a garantire la sicurezza dei cittadini e la pacifica convivenza tra i popoli" ha dichiarato invece il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

approfondimento

Toni Negri, morto a Parigi lo storico leader di Autonomia Operaia

Cronaca: i più letti