Cpr di Milano, cibo avariato e mancanza di medicinali: perquisizione Gdf in via Corelli
CronacaL'indagine, per frodi delle pubbliche forniture e "turbata libertà degli incanti" è stata avviata dopo le denunce sulla situazione in cui vivono gli ospiti della struttura che accoglie i migranti in attesa di rimpatrio. La società che si è aggiudicata l'appalto, per aggiudicarsi la gara, avrebbe anche presentato documentazione falsa
Migranti con tumore al cervello o epilettici oppure con gravi problemi psichiatrici considerati "idonei alla vita della comunità ristretta" ma in realtà non sottoposti a visita medica. Ospiti senza un supporto psicologico e psichiatrico poiché il personale "non conosce" "lingua" degli ospiti. E poi mancanza di medicinali, un presidio sanitario "gravemente deficitario" a cui si aggiungono, tra l'altro, camerate "sporche", bagni "in condizioni vergognose" e "cibo maleodorante, avariato (...) scaduto". A descrivere le condizioni del Cpr di via Corelli di Milano è la Procura nel decreto di ispezione video registrata, effettuata oggi assieme a perquisizioni e acquisizioni di documenti nella struttura che ospita stranieri senza un regolare documento di soggiorno o destinatari di un provvedimento di espulsione e in attesa di essere rimpatriati.
L'indagine per frodi delle pubbliche forniture
L'indagine è per frodi delle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti. Secondo l’ipotesi investigativa, i reati sarebbero stati realizzati dalla società che si è aggiudicata l'appalto per la gestione del centro. E' in corso anche la notifica di informazioni di garanzia: gli avvisi sono indirizzati alla società che gestisce il centro ma anche a persone fisiche, come l'amministratore di fatto e di diritto della società.
Ipotesi reato di falso
Le fiamme gialle hanno condotto anche un'ispezione video registrata all'interno del centro su disposizione del pm Paolo Storari, che ha avviato l'indagine dopo le denunce sulla situazione in cui vivono gli ospiti della struttura che accoglie i migranti in attesa di rimpatrio. Secondo quanto emerso dalle indagini, la Martinina Srl, che gestisce il centro, non avrebbe fornito i servizi previsti dal bando di gara. La società salernitana, con sede a Pontecagnano Faiano, si sarebbe sottratta al dovere di assistenza sanitaria, di gestione della mensa e della pulizia degli ambienti. E non è tutto: stando alle prime indagini, l’ipotesi è che la società per aggiudicarsi la gara abbia anche presentato documentazione falsa.