A Sky TG24 l’incontro con Don Antonio Coluccia della Fondazione Opera Don Giustino e il Dirigente della divisione anticrimine di Genova Davide Balbi. “Attenzione a chi alza i muri, noi dobbiamo essere ponte”, ha detto Don Coluccia
Don Antonio Coluccia si occupa di lotta alla droga e si impegna per sottrarre i ragazzi alla malavita. Il dottor Davide Balbi è dirigente della sezione anticrimine di Genova. Con i due ospiti di Live in Genova si è parlato dei giovani e della violenza sempre più dilagante. L’ultimo rapporto della polizia sulla criminalità minorile e i dati sono significativi: in 12 anni sono aumentati del 15,3%. “Il documento evidenzia come la devianza minorile sia un fattore importante per la nostra società. Famiglia e contesti sociali influenzano i giovani e la virtualizzazione dei rapporti sociali attraverso la realtà schermata, specie in contesti come la pandemia, ha influito nell'incapacità di provare empatia". (LIVE IN GENOVA - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)
L’educazione dei giovani
Un altro dato importante del rapporto stilato dalla polizia indica un 39% di reati legati a furti e rapine. Don Antonio Coluccia, che vive sotto scorta per aver subito atti intimidatori, vive le piazze di spaccio romane. “Il problema vero - ha spiegato - è il mondo degli adulti che mancano nelle loro risposte e nella loro presenza. Spesso i ragazzi non sono seguiti in famiglia. Non è facile essere genitori ma io penso si tratti di un gioco di squadra tra tutte le agenzie educative. La parola chiave dovrebbe essere prevenzione. Ai ragazzi mancano i motivatori. Spesso i giovani sono tecnolesi, invasi dalla noia, infelici, si distinguono assumendo atteggiamenti violenti perché superano la linea rossa, vedono la violenza come affascinante. Prendiamo le baby gang: i ragazzi sono molto facilmente attratti dai videogiochi, soprattutto quelli più violenti. Alcuni ragazzi, quando guardano certe fiction, vanno accompagnati. E poi c'è una riduzione in calo della lettura".
Prevenzione sul territorio
Sul tema della prevenzione è intervenuto anche il dirigente della divisione anticrimine di Genova. “Noi da tempo abbiamo progetti consolidati di prevenzione che prevedono impegno in presenza nel momento educazionale nelle scuole”, ha spiegato Davide Balbi. “Poi progetti sui social con un intervento settimanale degli esperti di cibernetica che mettono in guardia i giovani sui pericoli della rete: troppe info e immagini che arrivano a persone che ancora non hanno un carattere strutturato sono rischiose, individuare i pericoli è difficile. Usiamo strumenti culturali per vincere gli stereotipi della violenza di genere e altri ambiti”.
L’invito ai giovani: “Bisogna essere ponte, non alzare muri”
Don Antonio Coluccia ha parlato anche di Caivano, diventato tristemente famoso per i casi di stupri e violenze che hanno portato a un decreto ad hoc del governo. "In alcune aree - ha detto -, dove c'è povertà e degrado, è l'organizzazione criminale che assoggetta quel territorio, che lo militarizza. Ai ragazzi che vivono lì viene tolta ogni scelta". Parlando poi anche della Capitale ha aggiunto: "L'organizzazione crea sacche di povertà, ci sono zone a Roma dove il welfare criminale è ovunque. Ci sono zone dove i commissariati, le caserme dei carabinieri, sono costretti a far dormire minori che non hanno altro posto". Infine un invito rivolto ai giovani presenti in sala: "Dovete credere che questo Paese possa cambiare, ma si cambia nel nome della diversità. Attenzione a chi alza i muri, noi dobbiamo essere ponte. Tutte le culture hanno come obiettivo la realizzazione del progetto di vita".