Il pm ha chiesto il carcere a vita per il 37enne che bruciò il fratello nel 2022 sostenendo che "l'imputato non ha mai mostrato segni di ravvedimento né abbozzato una confessione"
Condannato all’ergastolo il 37enne Antonio Martone, chef di bordo, per l'omicidio del fratello avvenuto lo scorso anno a Sant' Antonio Abate, in provincia di Napoli. Secondo i giudici l’omicida si sarebbe comportato come "Caino con Abele". Lo riferisce Il Mattino. Il cadavere semicarbonizzato di suo fratello Domenico fu ritrovato in una strada di campagna. Il pubblico ministero della Procura di Torre Annunziata Emilio Prisco nella requisitoria aveva chiesto la condanna al carcere a vita sottolineando che "l'imputato non ha mai mostrato segni di ravvedimento né abbozzato una confessione".
Bruciò il fratello nel 2022
Antonio Martone bruciò il fratello Domenico per incassare i soldi delle polizze assicurative che lui stesso gli aveva fatto firmare. A condannare il 37enne all'ergastolo è stata la Corte d'Assise di Napoli. Il cadavere semicarbonizzato di Domenico Martone fu trovato in una strada di campagna la sera del 30 marzo 2022.
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Le ricerche su internet
Per il pm a confermare la volontà dell'assassino furono anche le ricerche effettuate su internet dal 2021 fino alla settimana successiva al delitto. Tra queste quella su "assicurazione sulla vita in caso di assassinio ma anche uccidere senza sospetti". Poi “quanto tempo impiega assicurazione a pagare". E ancora "dove si acquisisce il certificato di morte" e "perché quando una persona è morta non si accende il fuoco".