Aborto, la petizione del VI municipio di Roma: "Far ascoltare il battito del feto"

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Lo prevede la proposta di legge di iniziativa popolare antiabortista rilanciata sulla pagina del Municipio Roma VI, unico a guida Fdi. Il Pd insorge: "Inaccettabile, è propaganda"

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Far ascoltare il battito cardiaco del feto alle donne che vogliono abortire. È quanto prevede la discussa proposta di legge di iniziativa popolare antiabortista rilanciata con un post il 13 ottobre scorso sulla pagina del Municipio Roma VI, unico a guida Fratelli d'Italia. Il Municipio ricorda ai cittadini la possibilità di firmare la proposta di legge 'Un cuore che batte', sostenuta dall'associazione "Ora et labora in difesa della vita". La proposta in questione obbligherebbe appunto i medici a fare ascoltare alla donna che ha deciso di abortire il battito cardiaco del feto, così da poter tornare indietro rispetto alla decisione di interrompere la gravidanza. A denunciare l'accaduto è stato il Pd Roma per voce del segretario Enzo Foschi e la coordinatrice della segreteria romana, la consigliera regionale Emanuela Droghei. Sul post del Municipio Roma VI, governato dal centrodestra, c'è anche il rimando al sito istituzionale del municipio con dentro la locandina che recita: "Con la tua firma potrai salvare tanti bambini".

Il Partito democratico: "È propaganda" 

Sul post del Municipio Roma VI, governato dall'unico presidente di centrodestra Nicola Franco, anche il rimando al sito istituzionale del municipio con dentro il link con la locandina dell'associazione che recita: "Con la tua firma potrai salvare tanti bambini". "Mai avevamo assistito ad una vergogna simile", dice Foschi, a cui fa eco la consigliera Droghei: "È inaccettabile che un profilo istituzionale sponsorizzi una raccolta firme di iniziativa popolare e che lo faccia con tanto di locandina che rilancia la proposta". E anche dai parlamentari dem arriva l'attacco: "È propaganda", ha dichiarato Cecilia D'Elia, senatrice e portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche, sottolineando che così "si piega la comunicazione istituzionale a favore di una campagna contro una legge dello Stato". A difendere la correttezza dell'atto il minisindaco Franco: "Il Pd è democratico a parole ma non nei fatti, visto che il Municipio VI ha semplicemente accolto l'invito che il consigliere capitolino Stefano Erbaggi ha esteso ai 13 municipi romani che non avevano ancora aderito alla pubblicazione dell'avviso della raccolta firme per 'Un cuore che batte'", afferma il presidente Franco.

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