Suicidio assistito, l'attrice Sibilla Barbieri è morta in Svizzera

Cronaca
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“Dopo essersi autosomministrata il farmaco letale in una clinica svizzera Sibilla Barbieri ha potuto vedere le sue volontà rispettate”. Lo ha fatto sapere, attraverso un comunicato, l'associazione Luca Coscioni. La donna, 58 anni, è stata accompagnata dal figlio e da Marco Perduca che “rischiano fino a 12 anni di carcere”. Ma il 7 novembre “si autodenunceranno presso i Carabinieri" di Roma 

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La regista e attrice Sibilla Barbieri, 58 anni e malata oncologica terminale, è morta in Svizzera dove era arrivata per potersi sottoporre al suicidio assistito. Lo ha fatto sapere, attraverso un comunicato, l'associazione Luca Coscioni. “Dopo essersi autosomministrata il farmaco letale in una clinica svizzera Sibilla Barbieri ha potuto vedere le sue volontà rispettate”, si legge nella nota.

Il diniego della Asl romana alla morte volontaria assistita

Barbieri, accompagnata dal figlio e da Marco Perduca, già senatore, iscritto all’Associazione Soccorso Civile, aveva deciso di intraprendere il viaggio all'estero in seguito al rifiuto della propria Asl di competenza di usufruire dell'aiuto medico alla morte volontaria. Già a metà settembre, infatti, la struttura sanitaria aveva comunicato la propria decisione, spiegando che la donna non possedeva i quattro requisiti, previsti dalla sentenza Cappato-Dj Fabo della Corte costituzionale, per poter usufruire legalmente del procedimento di morte volontaria assistita. La commissione medica, nello specifico, ha ritenuto che a Barbieri mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale. Ora, sottolinea ancora l’associazione Coscioni, il figlio della donna e Perduca “rischiano fino a 12 anni di carcere”, ma il 7 novembre “si autodenunceranno presso i Carabinieri del Comando Stazione Roma Vittorio Veneto, Via Barberini, 1. Anche Marco Cappato, si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri. Ad accompagnarli Filomena Gallo, legale difensore e Segretario Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa”.

L’ultimo messaggio

"Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali”, aveva detto la regista nell'ultimo video pubblicato online prima del suo viaggio. “Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un'altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio".

Marco Cappato arriva alla stazione dei carabinieri di Santa Maria Novella a Firenze, 09 dicembre 2022  ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

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