Doppio infanticidio Bergamo, mamma arrestata scriveva: “Bimbi tenuti come gioielli”

Cronaca
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La 27enne Monia Bortolotti è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso, soffocandoli, i suoi due figli neonati, a circa un anno di distanza una dall'altro. Inizialmente si era pensato a decessi per cause naturali, ma la seconda morte aveva insospettito i carabinieri.. Ora stanno venendo alla luce alcuni messaggi scritti dalla donna sui social: “Vivo solo per proteggere l'amore che ho per loro dalle accuse della Procura”

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Una donna ventisettenne, Monia Bortolotti, è stata arrestata ieri dai carabinieri di Bergamo con l’accusa di aver ucciso, soffocandoli, i suoi due figli neonati, a circa un anno di distanza una dall'altro. La prima, Alice, il 15 novembre del 2021, quando la piccola aveva soltanto quattro mesi, e il secondogenito, Mattia, il 25 ottobre del 2022, quando il piccolo aveva due mesi. Ora stanno venendo alla luce alcuni messaggi scritti dalla donna sui social. Una ventina di giorni prima di essere arrestata, in una pagina Fb dedicata alla Sids awarness, cioè alla cosiddetta morte in culla, Monia Bortolotti scriveva: “Ho sempre detto che non sarei riuscita a sopravvivere se anche il mio secondo bimbo mi avesse lasciato... Ed era vero, vado avanti solo per proteggere l'amore immenso che provo per i miei bimbi dalle accuse della Procura, perché i miei bimbi erano tenuti come gioielli, erano perfetti, erano la gioia che cercavo da una vita”.

I messaggi della mamma arrestata

Un altro messaggio, riportato dal Corriere della Sera, risale al 20 agosto. Uno sfogo sulla morte dei figli, ma soprattutto per la fine del rapporto con il compagno: "Perché per me amare significa stare accanto a qualcuno nella buona e nella cattiva sorte, ma non tutti sono capaci o disposti a questo”. Nel post del 13 ottobre (a cui ora sono stati disabilitati i commenti) scriveva alle "care mamme e cari papà" che "i sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per i miei bambini, per non essere riuscita a salvarli, mi sta distruggendo". Ripercorre la sua versione di cosa è accaduto con i due figli. Alice morta in culla mentre lei si faceva la doccia, Mattia morto perché si era addormentata mentre lo cullava. Monia si dà la colpa ma nel farlo colpevolizza anche gli altri. "Dovevo essere accompagnata ad una visita quella mattina e invece avevo pensato di andare da sola perché come sempre mi preoccupavo di non disturbare nessuno" spiega. "Volevo solo una routine normale mamma-figlio, prendendo e andando con lui ovunque come ho sempre fatto anche con Alice.... perché sono così stupida!?!?! E avrei dovuto saper effettuare la rianimazione, avrei dovuto essere più preparata e invece ero talmente sconvolta che non sapevo nemmeno cosa stessi facendo" aggiunge.

Cosa ha scritto

"Avendo avuto una mamma aggressiva psicologicamente, non riesco a concepire nemmeno la violenza verbale, tanto meno quella fisica, su nessun essere vivente, tanto meno i miei bambini! E ormai - ribadisce - vivo per difendere il mio amore, perché se devo pensare a come sto veramente, io sono morta da tempo.... insieme ai miei angioletti, il mio cuore è con loro, la mia casa sono loro, non trovo più posto per me qui". "Mi sto impegnando a proteggere la mia famiglia con il sorriso, cercando di andare avanti lavorando, studiando, uscendo. Ma la verità - prosegue - è che senza i miei bambini io non ho alcuna ragione per stare in questo mondo".

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La vicenda

Il decesso della piccola Alice era stato inizialmente classificato come una 'morte in culla', visto che il medico intervenuto dopo la chiamata della stessa donna al 112 le aveva trovato tracce di rigurgito nei polmoni. La morte del secondo bambino, del tutto analoga, aveva fatto scattare le indagini dei carabinieri, che si sono subito concentrate sulla madre, visto che si trovava da sola nella sua casa di Pedrengo, piccolo centro alle porte di Bergamo, al momento dei due decessi, mentre il compagno, anche lui bergamasco, era al lavoro. L'autorità giudiziaria aveva quindi disposto l'autopsia sul corpo di Mattia. L'esito dell'esame, arrivato lo scorso febbraio, ha chiarito senza ombra di dubbio la causa della morte: "Un'asfissia meccanica acuta da compressione del torace". Secondo gli investigatori, il soffocamento era stato ottenuto "attraverso un'azione volontaria, che evidenziava l'obiettivo di causare la morte del bambino". A quel punto la Procura di Bergamo ha disposto la riesumazione anche della sorellina, seppellita nel cimitero di Pedrengo ma il cui corpo è stato però trovato già in avanzato stato di decomposizione per via di un pregresso danneggiamento della bara che non aveva consentito una buona conservazione della salma della bambina. Motivo per cui l'esame era risultato inevitabilmente falsato e non aveva restituito informazioni risolutive per le indagini.

Le indagini

Tuttavia i carabinieri di Bergamo hanno proseguito a indagare, interrogando medici, parenti, specialisti e amici della donna e analizzando una corposa documentazione medica acquisita. Tutto questo ha consentito di far emergere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna anche per la morte di Alice, in particolare una serie di dichiarazioni discordanti fornite dalla ventisettenne nel corso del tempo e che non avevano trovato corrispondenza con quanto accertato dai carabinieri. Infatti la bambina, sebbene nata di 7 mesi e leggermente sottopeso, all'atto delle dimissioni dall'ospedale e nelle successive visite pediatriche era risultata sostanzialmente sana, come il fratello: pertanto, secondo gli inquirenti, anche la sua morte era verosimilmente avvenuta non per cause naturali, ma per asfissia, in modo da non lasciare sul cadavere segni esteriori visibili all'esame esterno, proprio come avvenuto con il fratellino, utilizzando probabilmente in entrambi i casi un cuscino. Secondo gli inquirenti la causa scatenante degli omicidi sarebbe da trovare "nell'incapacità della madre di reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini". Non sono comunque emersi disturbi psichici nella donna, dunque gli inquirenti ritengono che "abbia agito nella piena capacità di intendere e di volere, apparendo lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l'altro, nell'organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi". Monia Bortolotti è stata portata in carcere con l'accusa di duplice omicidio. Nei prossimi giorni sarà interrogata dal gip.

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