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Giudici di Sorveglianza: Alberto Genovese resti in carcere

Cronaca
©Ansa

L'ex imprenditore del web è stato condannato a sei anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle

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Alberto Genovese, 46 anni, l'ex imprenditore del web condannato a sei anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle, deve restare in carcere. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano respingendo l'istanza della difesa di affidamento terapeutico.

La ricostruzione dei fatti

Lo scorso 13 febbraio Genovese era tornato in carcere, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi dalla cocaina. Era tornato in carcere, appunto, in esecuzione della pena definitiva. Già a fine maggio scorso i giudici della Sorveglianza di Milano avevano deciso che l'ex fondatore di start up digitali doveva rimanere a Bollate almeno altri cinque mesi (fino all'udienza dei giorni scorsi), perché, prima di decidere sull'istanza difensiva di affidamento terapeutico in una comunità, serviva una seria valutazione psichiatrica, anche sulla "criminogenesi", dato che non era stata mai valutata scientificamente la causa specifica dei reati e delle modalità di "estrema violenza" con le quali sono stati commessi.

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La decisione

I giudici hanno affidato all'equipe psichiatrica del carcere di Bollate il compito di effettuare le valutazioni, anche per meglio delineare un preciso percorso di terapie per un'eventuale concessione dell'affidamento terapeutico. Sulla base della relazione depositata nelle scorse settimane, i giudici hanno deciso oggi, dopo l'udienza dei giorni scorsi, di rigettare la richiesta difensiva. Genovese resta dunque in carcere a scontare la pena (il residuo è poco meno di quattro anni). Tra l'altro, per l'ex fondatore di start up digitali a dicembre si aprirà una nuova udienza preliminare sul filone bis delle indagini con al centro altre violenze con lo stesso schema su due ragazze. Procedimento nel quale è imputato anche per intralcio alla giustizia e per detenzione di materiale pedopornografico.

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