Le nozze sarebbero state celebrate a dicembre, mentre l'imprenditore condannato per violenza sessuale si trovava in una comunità per disintossicarsi dalle droghe. La difesa ha chiesto per lui l'affidamento terapeutico: per la Procura può uscire dal carcere. La decisione nei prossimi giorni
Alberto Genovese si è sposato. Il matrimonio con una vecchia fiamma si è celebrato mentre l'imprenditore, condannato a otto anni e quattro mesi, pena poi ricalcolata in sei anni, 11 mesi e 10 giorni per la decisone di non presentare ricorso, si trovava agli arresti domiciliari. Le nozze, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si sarebbero svolte in una comunità di recupero nel mese di dicembre. Questa circostanza, per i suoi legali, farebbe parte del percorso intrapreso dall’imprenditore per uscire dalla dipendenza dalla droga.
Per la Procura generale può uscire dal carcere
Proprio ieri la Procura generale di Milano ha dato parere favorevole all'istanza di affidamento terapeutico in una comunità presentata dalla difesa di Genovese, alle prese con la condanna per due casi di violenza sessuale su altrettante modelle stordite con un mix di droghe. L'imprenditore era tornato in carcere, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi lo scorso 13 febbraio, in esecuzione della pena definitiva.
La decisione dei giudici attesa nei prossimi giorni
Da quanto si è saputo, la pena residua, tolto il cosiddetto pre-sofferto, che deve ancora scontare, è inferiore ai quattri anni e Genovese ha già scontato anche, in sostanza, la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, reato ostativo alla misura alternativa al carcere. L'affidamento terapeutico, poi, si può richiedere quando la pena residua non supera i sei anni. Tutte condizioni, dunque, che hanno portato anche la Procura generale (col sostituto pg Giuseppe De Benedetto) a dare parere favorevole alla richiesta della difesa. I giudici decideranno nei prossimi giorni.