Colpo di scena nel processo d’appello legato all'omicidio della 18enne di Arce in provincia di Frosinone, trovata morta nel 2001. I giudici della Corte d'Assise d’appello di Roma, infatti, hanno deciso di riaprire il procedimento accogliendo la richiesta della Procura Generale che ha anche proposto di sentire le testimonianze di 44 persone
C’è un'importante novità nel processo d’appello legato all'omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce, in provincia di Frosinone, trovata morta nel 2001. I giudici della Corte d'Assise di Roma, infatti, hanno deciso di riaprire il procedimento accogliendo la richiesta della Procura Generale che ha anche proposto di ascoltare le testimonianze di 44 persone.
Le decisioni della Corte d’Assise
Più di un anno fa, nel processo di primo grado del luglio 2022, il tribunale di Cassino aveva smontato le accuse per i cinque imputati, ovvero il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, la moglie Annamaria ed il figlio Marco, tutti accusati di omicidio, oltre che per il luogotenente Vincenzo Quatrale, accusato di concorso in omicidio e per l'appuntato Francesco Suprano, accusato invece di favoreggiamento. Nel secondo grado la Corte d’Assise romana ha scelto, nell'udienza in programma il 20 novembre, di ascoltare tutti i consulenti delle parti e poi, in base a quanto emergerà, anche eventuali testimoni. Tra quelli indicati dall'accusa c'è il luogotenente Gabriele Tersigni, ex comandante della stazione dei carabinieri di Fontana Liri, al quale il brigadiere Santino Tuzi, morto suicida nel 2008, aveva consegnato le proprie rivelazioni dopo gli interrogatori effettuati nello stesso anno. Tuzi, in particolare, avrebbe raccontato di aver visto Serena Mollicone entrare in caserma la mattina del 1° giugno 2001, giorno nel quale la stessa 18enne scomparve, per essere poi ritrovata senza vita nel bosco di Fonte Cupa, nei pressi di località Anitrella. Secondo l'accusa la testimonianza dell’ex brigadiere risulterebbe particolarmente significativa anche considerando che, nel processo di primo grado, i giudici avevano scelto di non coinvolgerlo.
I commenti dopo la decisione
"Sono contento, molto contento. Anzi speriamo si faccia molta più luce, perché avere preclusioni? Noi siamo contenti, molto contenti". Queste le parole di Antonio Mollicone, zio di Serena, mentre Sandro Salera, legale della sorella di Serena, Consuelo, ha rimarcato che "non è così frequente la riapertura di un processo”. Ma questo è successo perché, come pare, “la Corte vuole rendersi conto dell'attendibilità" relativa proprio alla sentenza di primo grado.