Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, nei giorni scorsi aveva ricevuto dall'Ispettorato del lavoro una multa da 27.100 euro che contestava a lui e al resto del personale straordinari svolti nell’ospedale andando oltre le ore di lavoro previste dalla legge
"Quando ho letto sulla stampa un pezzo che quasi ci faceva passare come dei malfattori, come dei criminali che non seguivano le leggi sul lavoro, allora ho deciso che la popolazione e soprattutto il presidente dovesse conoscere la verità, mi sono fatto forza e ho scritto al presidente". Lo ha detto a Sky TG24 Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, che nei giorni scorsi aveva ricevuto dall'Ispettorato del lavoro una multa da 27.100 euro che contestava a lui e al resto del personale straordinari, svolti in ospedale andando oltre le ore di lavoro previste dalla legge, durante il periodo dell’emergenza Covid. Ricevuta la contestazione, il Policlinico di Bari ha deciso di impugnare l'accertamento dell'Ispettorato del lavoro mentre Procacci ha preso carta e penna e ha scritto, "amareggiato", al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La mancanza di personale
Tra il giugno del 2021 e il settembre del 2022, in piena emergenza Covid, l'ospedale avrebbe fatto registrare, secondo la denuncia di un sindacato autonomo, un eccesso di straordinari e riposi non goduti. "I turni erano fatti correttamente, soltanto che la necessità di fare la visita e dare le consegne la mattina, oltre che le necessità legate alla svestizione in sicurezza, costringeva i medici a ritardare la timbratura dell'uscita di 3-4 ore rispetto all'orario previsto". Grazie proprio all'intervento del presidente Mattarella e della ministra del Lavoro Calderone, Procacci non pagherà la multa di 27mila euro, così come gli altri due primari del Policlinico di Bari finiti con lui nel mirino dell'Ispettorato del Lavoro per la gestione dei turni nei loro reparti. Ma perlomeno il clamore mediatico sollevato dalla vicenda è servito a riaccendere i riflettori sull'ormai cronica mancanza di personale nei reparti di emergenza e urgenza. "Sempre più medici scelgono altre specializzazioni, anche amando la medicina d'urgenza, perché hanno paura dello stress e della dequalificazione professionale che consegue a una situazione organizzativa insostenibile. Questa è una cosa estremamente pericolosa. Molti scelgono di andare all'estero, dove vengono estremamente valorizzati. Questa è una situazione pericolosa perché rischia di lasciare i pronto soccorso completamente deserti".