Francesco Valdiserri investito e ucciso, la sentenza: "Da imputata condotta irresposabile"
CronacaNel 2022 il ragazzo, 18 anni, fu travolto da Chiara Silvestri. Il giudice che l' ha condannata a 5 anni di carcere: "Grave e strutturata la sua responsabilità”. Si sottolinea come la donna, 24 anni, fosse alla guida nonostante si fosse già vista “sospendere la patente per 6 mesi per essersi rifiutata di sottoporsi agli esami tossicologici dopo un controllo stradale mentre anche in quel caso era alla guida della sua auto”. Il giorno dell'incidente guidava oltre il limite di velocità e in stato di ebbrezza
È una responsabilità “grave e strutturata” quella di Chiara Silvestri, 24enne che il 19 ottobre 2022, nella zona romana di via Cristoforo Colombo, travolse con la sua auto e uccise Francesco Valdiserri, morto a 18 anni. È quello che scrive il giudice del Tribunale di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 12 luglio, ha condannato a 5 anni di carcere l’imputata con rito abbreviato. Il pm aveva chiesto quattro anni e mezzo. E proprio in riferimento al trattamento sanzionatorio, si mette in risalto che Silvestri era alla guida in stato di ebbrezza nonostante si fosse già vista “sospendere la patente per sei mesi per essersi rifiutata di sottoporsi agli esami tossicologici dopo un controllo stradale mentre anche in quel caso era alla guida della sua auto, e da neopatentata”. Non solo: gli atti documentano “che l'imputata a tutta la primavera 2023 era affetta da dipendenza da alcolici ed abuso di cocaina” e che la stessa - agli arresti domiciliari dal giorno del fatto – “è risultata positiva per l'assunzione di cocaina ecstasy e alcol".
Le motivazioni della sentenza
Nelle motivazioni si legge poi che - “se l'incolumità” dell’amico che si trovava accanto alla vittima e “delle altre persone sull'auto” di Silvestri “può essere percepita e considerata frutto di felice fatalità” - di certo “non potrà mai essere considerato frutto di fatalità il decesso di Francesco Valdiserri”. Diversi poi i profili di colpa di Silvestri. Innanzitutto, è “emerso che al momento dell'incidente, lei, affetta da alcolismo cronico, e consumatrice abituale di sostanze cannabinoidi, era altresì in stato di attuale elevata ebbrezza da assunzione di bevande alcoliche combinato con gli effetti della stanchezza del lavoro”. Poi il giudice sottolinea che “guidava di fatto da neopatentata (con patente rinnovatale dopo essere stata sospesa e revocata)”, oltreché “a velocità assolutamente eccessiva in relazione allo stato dei luoghi (strada con ripetute intersezioni e passaggi pedonali) e in relazione alle sue condizioni fisiche e comunque a velocità di molto superiore al limite di velocità (80 km/h rispetto ai 50 km/h del limite)”. E ancora: Silvestri “teneva tale elevata velocità nonostante poco prima avesse già rischiato di sbandare, come già avvenuto il giorno precedente, guidando un mezzo dagli pneumatici risultati non in perfette condizioni”.