“Nel 2023 ancora bisogna giustificarsi per essere monogenitore, sentendosi in colpa per qualcosa. Il tutto davanti a un bambino. Che grande Paese che siamo”, sono le parole di sfogo della food blogger dopo che i funzionari della questura, dove si era recata per il passaporto della figlia, avrebbero insistito per conoscere l'identità del padre
“In questura per rinnovare un passaporto nel 2023 ancora bisogna giustificarsi per essere monogenitore, sentendosi in colpa per qualcosa. Il tutto davanti a un bambino. Che grande Paese che siamo", sono queste le parole affidate a un post con cui la food blogger Chiara Maci ha raccontato quanto le è successo quando ha portato la figlia a fare il passaporto a Milano.
Lo sfogo sui social
Secondo quanto raccontato, sembra che in questura abbiano insistito per sapere l'identità del padre e questo ha infastidito Maci, soprattutto perché è accaduto in presenza della figlia. "L'ho buttata sul ridere, davanti a mia figlia – prosegue nel post – Perché le lacrime agli occhi io le trattengo quando devo, me lo hanno insegnato le donne. Ma hanno fatto male a lei, prima che a me. A me hanno fatto male in 9 mesi di ecografie senza qualcuno che mi stringesse la mano, mi hanno fatto male all'anagrafe, ad ogni festa del papà, ad ogni modulo con doppia firma dove il mio era sempre mancante di qualcosa”, ha concluso la donna.