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Omicidio Regeni, Consulta accoglie ricorso: 007 egiziani a processo anche in loro assenza

Cronaca

La famiglia di Giulio commenta: "Avevamo ragione, ripugnante no al processo. Abbiamo dovuto resistere contro questa volontà dittatoriale per sette anni e mezzo". La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane

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Finisce lo stallo per il processo sull'omicidio di Giulio Regeni. È l'effetto della decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo l'art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell'imputato, è impossibile avere la prova che quest'ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.  

Famiglia Regeni, avevamo ragione, ripugnante no al processo 

"Avevamo ragione noi: ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro le torture e l'uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell'ostruzionismo della dittatura di al-Sisi per conto della quale i quattro imputati hanno commesso questi terribili delitti. In effetti come ha scritto il Gup Ranazzi nella sua ordinanza 'non esiste processo più ingiusto di quello che non si può instaurare per volontà di un'autorità di governo'. Abbiamo dovuto resistere contro questa volontà dittatoriale per sette anni e mezzo confidando comunque sempre nei principi costituzionali della nostra democrazia. Ringraziamo tutte le persone che hanno sostenuto e sosterranno il nostro percorso verso verità e giustizia: la procura di Roma ed in particolare il dottor Colaiocco, la scorta mediatica, e tutto il popolo giallo". Lo afferma la famiglia Regeni, insieme all'avvocato Alessandra Ballerini.