Omicidio Maria Chindamo, la verità dopo 7 anni: data in pasto ai maiali dalla ‘Ndrangheta

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Maria Chindamo fu uccisa sette anni fa e il suo corpo non venne mai ritrovato. Solo oggi arriva l'arresto di almeno uno dei colpevoli, si tratta di Salvatore Ascone

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Maria Chindamo è scomparsa il 6 maggio 2016 senza fare ritorno ai terreni che lei, dopo il suicidio del marito, amministrava da sola tra la Piana di Gioia Tauro e il Vibonese. La donna, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, fu rapita, uccisa e data in pasto ai maiali dalla ndrangheta, che l’accusava di aver causato la morte dell’ex marito, legato al clan Mancuso e lasciato per un altro uomo, e per aver amministrato da sola le proprie terre. Oggi, a distanza di sette anni, si conosce il nome di almeno uno dei colpevoli.

Gratteri: "Non le è stata perdonata la sua libertà"

La procura antimafia di Catanzaro ha arrestato quest’oggi 81 persone all’interno di una maxi operazione, nella quale sono compresi anche Salvatore Ascone, vicino di casa di Chindamo e colpevole, insieme al figlio allora minorenne, di aver manomesso il sistema di videosorveglianza della proprietà della donna. Secondo il procuratore capo Nicola Gratteri: “Chindamo è stata uccisa quando si è permessa di postare le foto con il nuovo compagno. Dopo due giorni è stata uccisa in modo inumano. Bruciava l'idea che i terreni fossero gestiti da una donna che addirittura si sarebbe permessa di rifarsi una vita. C’è un duplice aspetto da tenere in considerazione sulla morte – continua Gratteri - da una parte non gli è stata perdonata questa libertà, la gestione dei terreni che aveva avuto in eredità e questo nuovo amore; dall’altra gli interessi, gli appetiti di una famiglia di 'ndrangheta sul terreno. Tutto questo ha condotto all'omicidio”.

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