Papa Francesco, il Papa Verde: cosa ci aspettiamo dalla prossima enciclica "Laudato si"

Cronaca
Stefano Maria Paci

Stefano Maria Paci

Quella di Bergoglio è una “Ecologia integrale” che non riguarda solo la difesa dell’ambiente, ma che coinvolge nella stessa battaglia la difesa degli uomini, in una visione globale che vede creato e creature coinvolti fianco a fianco. Entrambi sono minacciati da poteri politici, economici e finanziari sempre più forti e invadenti, sempre più cinici e indifferenti al bene dell’ambiente e di quella porzione di umanità che è più fragile, povera ed emarginata

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Non un colore alla moda, il suo, ma una convinzione profonda manifestata sin dall’inizio del pontificato, e culminata con una enciclica, il più autorevole tra i documenti papali, dedicata alla crisi ambientale e alla cura della casa comune, la Laudato Si’. Un testo a cui Francesco ha fatto riferimento continuamente nel corso degli anni del suo pontificato, nei suoi ripetuti richiami a prendere sul serio le questioni ambientali. L’Enciclica venne pubblicata il 24 maggio 2015, solo due anni dopo l’elezione, e adesso, a 8 anni di distanza, arriva quella che lui stesso definisce “La seconda parte della Laudato Si’ ”, che questa volta avrà la forma di una Esortazione apostolica.

E c’è una figura che lega con un ideale filo d’oro le preoccupazioni del Papa: quella di San Francesco, il santo da cui ha preso il nome. Se l’Enciclica iniziava con le parole del poverello di Assisi, l’Esortazione apostolica verrà pubblicata il 4 ottobre, il giorno della festa del Santo che lasciò ricchezze ed onori per seguire Cristo, e che aveva uno sguardo appassionato e carico di attenzione sugli uomini e sulla natura.

In attesa del 4 ottobre 

Grande è l’attesa per leggere il nuovo testo, e non solo nel mondo cattolico. Perché se l’Enciclica è diventata un punto di riferimento a livello internazionale per chi si occupa, sia come attivista che a livello professionale, di questioni ambientali, l’Esortazione apostolica rilancerà l’interesse e il dibattito sulle feroci minacce alla casa comune. E si illude chi spera che il Papa, con il trascorrere degli anni, abbia abbassato i toni. Le parole che ha usato Francesco per presentare il nuovo testo, quando ne ha dato l’annuncio nell’Udienza generale in Piazza san Pietro il 30 agosto, sono un vero grido di battaglia.

“Occorre custodire il creato come dono sacro del creatore” ha detto “ed è necessario schierarsi al fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, sforzarsi di porre fine alla insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile”.

E se Francesco definisce la questione ambientale come una guerra mondiale, ciò comporta che non c’è parte del pianeta che non ne sia coinvolta, e che come in ogni guerra ci sono un aggressore e un aggredito, ed è una guerra che ha i suoi morti, le sue ferite, i suoi disastri che si protraggono per intere generazioni. Perché Francesco, che nel corso degli anni ha tentato, spesso come fosse voce che grida nel deserto, di scuotere i potenti del mondo, ha una idea ben chiara, e per nulla banale.

Bergoglio ed il suo legame con l'ambiente

La sua è una visione di “Ecologia integrale” che non riguarda solo la difesa dell’ambiente, ma che coinvolge nella stessa battaglia la difesa degli uomini, in una visione globale che vede creato e creature coinvolti fianco a fianco.

Entrambi sono minacciati da poteri politici, economici e finanziari sempre più forti e invadenti, sempre più cinici e indifferenti al bene dell’ambiente e di quella porzione di umanità che è più fragile, povera ed emarginata, poteri che schiacciano e sfruttano popolazioni, nazioni e continenti, e usano del pianeta e di chi lo abita solo per i loro fini utilitaristici.

Il dramma dei migranti, nello sguardo di Francesco, è solo uno degli aspetti di questo sfruttamento del mondo per i propri interessi egoistici. “I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità” scriveva il Papa nella Laudato Si’. “Ed è tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo”. E continuava, il Francesco dei nostri tempi, dicendo che “i giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi”.

Una domanda che riecheggerà nel nuovo testo. Che si preannuncia come una miccia capace di accendere incendi di ribellione contro l’indifferenza di chi influisce sui governi del mondo. E contro una politica che non si rende sufficientemente conto della terribile minaccia che grava sul pianeta e che, come ha ammonito Bergoglio, rischia seriamente di distruggerlo.

Atteggiamenti e visioni che fanno sì che verso Dio si levi il grido dei popoli che chiedono giustizia, ha detto Francesco, il Papa che ha addirittura ipotizzato, parlando ai partecipanti al XX Congresso mondiale dell’Associazione internazionale di diritto penale, l’introduzione di un nuovo peccato nel Catechismo della Chiesa cattolica: il Peccato Ecologico, il grave Peccato contro la casa comune.

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