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Minorenne violentata e picchiata a Milano, un arresto e quattro indagati

Cronaca

La vicenda risale a settembre 2022 ed è avvenuta in uno stabile dismesso, così come nella vicenda di Caivano. La giovane è stata aggredita dal branco, composto da giovani uomini e due minorenni

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Un'adolescente è stata violentata e picchiata con un bastone a Milano da giovani uomini e due minorenni. Delle indagini è arriavata notizia oggi, ma la vicenda risale a settembre 2022. Gli abusi sono avvenuti in uno stabile dismesso, così come nella vicenda di Caivano. E la ragazzina forse non è la sola ad aver subito abusi dal branco. Uno dei componenti è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Milano, un altro è ricercato, mentre un terzo maggiorenne e due minori sono indagati. 

Gli abusi sulla minore a Milano

Le violenze sono avvenute in un impianto sportivo abbandonato alla periferia del capoluogo lombardo, rifugio dei sospettati, tutti egiziani. Gli investigatori della speciale sezione della Mobile hanno cominciato a indagare sulla segnalazione di un'educatrice che, mesi fa, aveva cominciato a seguire la ragazza che - dopo essere fuggita da una comunità - era rimasta sola. Una mattina dello scorso settembre, la minorenne - dopo che aveva passato la notte nello stabile - aveva sentito parlare il gruppo di ragazzi che l'avrebbe violentata nella loro lingua. Poi erano entrati nella sua improvvisata stanza "con del cibo". Aveva pensato che volessero solo fare due chiacchiere, come era accaduto nei giorni precedenti. Invece, prima c'erano state da parte di uno di loro delle minacce con un coltello ma l'adolescente era riuscita a sottrarsi, poi, è stata violentata da 7 giovani, di cui ne ha riconosciuti solo cinque.

Le indagini 

 

Il gip che ha disposto il carcere per due (uno è stato arrestato a Rimini, l'altro risulta espulso dall'Italia prima del provvedimento), sottolinea "le personalità ciniche, violente, aggressive" dei coinvolti; parla di "condotte "lungi dall'essere episodiche" e che rispondono a logiche "di sopraffazione proprie del branco". Gli investigatori, coordinati dai pm del V Dipartimento Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli della Procura di Milano, hanno raccolto la testimonianza della vittima. Negli atti si parla di "particolare affidabilità" del suo racconto e di "serietà" della sua collaborazione con le forze dell'ordine nel riconoscere inizialmente solo uno degli indagati, dal momento che nell'album fotografico che le era stato mostrato in prima battuta mancavano le fotografie degli altri. Il carcere, secondo il giudice, è necessario anche per il timore di "ritorsione" ai danni della ragazzina che ha parlato di un gruppo di sette con un "capo". Nonostante il trauma, la ragazza ha riconosciuto senza incertezze i luoghi fotografati dagli agenti nel sopralluogo: anche una "porta nera", chiusa con un lucchetto di cui uno degli indagati aveva le chiavi.

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