
Scuola, al via l’anno con 200mila supplenti. Il ministero annuncia 50mila assunzioni
I sindacati sottolineano il numero di cattedre senza docenti titolari. Lo stesso fa l’Associazione nazionale presidi, che cita oltre 200mila posti scoperti e che saranno occupati da personale non di ruolo. Valditara ha annunciato l'assunzione a tempo indeterminato di 50.807 docenti ai quali si aggiungeranno 30.000 posti per il prossimo concorso Pnrr, programmato per settembre

A poco più di un mese dall'inizio del nuovo anno scolastico - le date le stabiliscono le Regioni ma il calendario scolastico prevede l'avvio quasi ovunque a metà settembre - tornano alla ribalta i temi che da sempre agitano la scuola italiana, in particolare il toto cattedre dovuto alla mancanza di docenti titolari
Scuola, 62mila nuove assunzioni a tempo indeterminato di docenti e personale Ata
Secondo i sindacati, anche quest'anno saranno oltre 200mila i supplenti annuali ai quali si aggiungono quelli chiamati per periodi più brevi
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Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, dal canto suo, ha annunciato solo pochi giorni fa l'assunzione a tempo indeterminato di 50.807 docenti ai quali si aggiungeranno 30.000 posti per il prossimo concorso Pnrr, programmato per settembre
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Ma Gianna Fracassi, segretaria generale Flc Cgil controbatte: "I roboanti annunci estivi sulle immissioni in ruolo si scontrano da sempre con la realtà dei numeri. Sia per i docenti che per il personale Ata, anche quest'anno non verranno coperti tutti i posti vacanti e disponibili”

“Infatti, a fronte delle assunzioni annunciate, mancano all'appello oltre 50mila posti, al netto del numero di posti che non saranno assegnati e che lo scorso anno furono circa la metà. La scuola ha bisogno di risorse per gli studenti e per valorizzare chi ci lavora: queste sono le priorità. Niente a che vedere con improbabili sperimentazioni, autonomie differenziate o tagli del numero delle autonomie scolastiche, che rappresentano la cifra della politica del Governo sulla scuola", ha proseguito Fracassi

La Cisl Scuola, con la segretaria Ivana Barbacci, punta l'attenzione sul personale Ata e fa notare che "con le previste assunzioni in ruolo del personale Ata, il tasso di precarietà che si registra in questo settore è destinato ad aumentare. Le nomine autorizzate, infatti, coprono a malapena il 30% dei posti vacanti"

E prosegue denunciando "scarsa considerazione che a livello politico, ma anche di pubblica opinione, viene riservata al lavoro di quel personale al quale sono affidate mansioni di grande importanza per il buon funzionamento delle nostre scuole"

Critiche forti arrivano dal sindacato dei presidi DirigentiScuola, secondo il quale "un cospicuo numero di istituzioni scolastiche sarà affidato in reggenza, con effetti pregiudizievoli della necessaria efficienza scolastica, con ripercussioni sulle famiglie e sul futuro dei ragazzi perché il concorso ordinario non è stato bandito per tempo e soprattutto perché nello more l'Amministrazione non intente adottare altre soluzioni suggerite al ministro per coprire i posti vacanti"

Anche l'Anp (l'associazione nazionale presidi) con Antonello Giannelli, pur apprezzando lo sforzo del Ministero dell'Istruzione, sottolinea che rimangono una marea di posti scoperti, oltre 200mila, occupati da personale non di ruolo. Una buona notizia arriva invece sul fronte della formazione dei docenti: sono circa 10.500 infatti i posti disponibili per gli aspiranti insegnanti della scuola dell'infanzia e delle elementari per il 2023-2024

Il ministro dell'Università Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che definisce i posti per i corsi di laurea magistrale in Scienze della formazione primaria per il prossimo anno accademico e sono circa 1.000 posti in più rispetto al potenziale formativo inizialmente previsto
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