Esami di maturità, bocciata la studentessa ammessa dal Tar nonostante 5 insufficienze

Cronaca

I legali della studentessa scrivono una lettera al Ministero dell'Istruzione il giorno dopo quello inviata dai docenti in cui si chiede di riportare la figura dell'insegnante al centro della scuola 

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Alla fine è stata bocciata all'esame di maturità la studentessa del liceo scientifico Da Vinci di Trento ammessa con riserva alla prova suppletiva nonostante cinque insufficienze, dopo un ricorso al Tar. In ogni modo, il Tar si pronuncerà definitivamente sul ricorso con la Camera di Consiglio convocata per il 27 luglio. Immediate le reazioni dei legali della studentessa che hanno inviato una lettera al ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.

I docenti scrivono al Ministero

La lettera segue quella inviata ieri al Ministero dell'Istruzione da un professore della giovane, sottoscritta da un centinaio di docenti trentini in poco più di 24 ore. "Vedo sempre più ragazzi rincorrere strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali" ha scritto Alessio Marinelli, docente di matematica e fisica del liceo Da Vinci di Trento. "Cosa deve insegnare la scuola? Me lo domando mentre vedo la mia categoria umiliata da una decisione che la sorpassa e le toglie autorevolezza" .  È uno dei passaggi della lettera in cui si chiede di riportare la figura dell'insegnante al centro della scuola. 

Il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, durante l’incontro promosso dall’ANCI, Missione Italia 2021-2026, Roma 6 luglio 2023.. ANSA/FABIO FRUSTACI.

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I legali: i docenti rispettino la legge

“ Sarebbe più opportuno che quei pochi insegnanti rispettino le disposizioni di legge, come l'adozione del test, così come fanno i magistrati, e tutti i cittadini della Repubblica, e non criticarle credendo di essere delegittimati" scrivono gli avvocati che invitano lo stesso organo governativo, costituitosi nel giudizio al Tar, e il Ministro stesso, a prendere visione del contenuto delle varie lettere del professore, indirizzate ai suoi studenti, in particolare quella il cui oggetto è "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". 

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