Droga, hashish al posto del barbecue: arrestato 23enne ad Alessandria

Cronaca

I carabinieri di Novara, in collaborazione con i colleghi di Alessandria, hanno intercettato 60 panetti da 100 grammi ciascuno di hashish, confezionati sottovuoto per nascondere il caratteristico odore

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Sembrava un normale pacco ma al suo interno conteneva 6 kg di hashish. I carabinieri di Novara, in collaborazione con i colleghi di Alessandria, hanno intercettato il contenuto sospetto nonostante l'etichetta indicasse "barbecue" e hanno arrestato un 23enne residente in Piemonte. 

L'operazione

L'indagine è scattata quando la sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile giovedì 6 ha individuato a Novara un pacco sospetto. All'interno, al posto del barbecue, 60 panetti da 100 grammi ciascuno di hashish, confezionati sottovuoto per nascondere il caratteristico odore. La procura di Novara ha disposto il sequestro di parte del contenuto per monitorare la spedizione e i carabinieri hanno arrestato il giovane non appena ha ritirato il pacco in un centro di raccolta spedizioni della provincia di Alessandria.

Un'indagine iniziata in "vecchio stile" quella utilizzata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza per incastrare il gruppo di trafficanti di armi e droga con legami con la 'ndrangheta, che per comunicare usavano telefoni criptati. I pedinamenti degli appartenenti del gruppo sono iniziati nel 2020, con intercettazioni ambientali e video. Così è emersa la figura di un commerciante di auto usate di Cusano Milanino (Milano), definito il "broker", che gestiva l'ingresso e la commercializzazione di enormi quantitativi di droga nel territorio nazionale, con la complicità di appartenenti alla 'ndrangheta operante anche in Lombardia (famiglia Bellocco di Rosarno). La droga, venduta all'ingrosso, finiva poi sulle piazze di spaccio presenti in Quarto Oggiaro (Milano), Cinisello Balsamo (Milano) e Monza. I carabinieri hanno seguito gli indagati anche oltre frontiera, in Francia e Spagna, nelle città di Nizza, Marsiglia, Barcellona e Valencia, dove gli indagati sono andati in auto, in pieno lockdown, per gestire personalmente l'acquisto di droga da alcuni fornitori. L'inchiesta ha acquisito ancora più corpo grazie all'utilizzo, tramite un canale di collaborazione Eurojust, di chat di dialogo tra gli indagati (messaggistica, audio, foto e video) estratte in chiaro dalla piattaforma SKY-ECC (su cui operano i telefonini criptati). 
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