Secondo un presunto testimone oculare "il conducente dell'auto ha messo in moto, ha fatto un paio di metri in retro poi ha ingranato la prima e ha schiacciato la ragazza contro al muro, per poi scappare"
Giuseppina Caliandro, la donna di 41 anni morta ieri dopo essere stata investita sabato 1 luglio a Gemonio, in provincia di Varese, potrebbe essere rimasta vittima di un gesto volontario e non di un pirata della strada. Lo sostiene un presunto testimone oculare, un giovane che si trovava nella piazza del piccolo comune insieme ad alcuni amici per ritirare una pizza da asporto. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera. La procura di Varese, che coordina le indagini, ha diramato una nota, firmata dal Procuratore Massimo Politi, con la quale non conferma e non diffonde alcun dettaglio "allo scopo di non compromettere le attività di ricerca del responsabile, che sono in corso". Le indagini sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Luino e dal reparto operativo di Varese che già sabato sera, grazie all’aiuto del sindaco Samuel Lucchini e alla polizia locale, hanno acquisito le immagini delle telecamere disponibili in paese.
La testimonianza
"Verso le nove, nove e un quarto ho sentito litigare per strada, urla e parolacce", ha raccontato il 26enne aggiungendo di aver "notato un uomo con la maglietta strappata che camminava, forse stava litigando con una ragazza". Secondo il giovane "aveva parcheggiato nei paraggi e al momento di salire in auto la ragazza ha colpito l'auto o direttamente lui". Poi, stando sempre alla sua testimonianza, "il conducente dell'auto ha messo in moto, ha fatto un paio di metri in retro poi ha ingranato la prima e ha schiacciato la ragazza contro al muro, per poi scappare". Poi l'automobilista è scappato, ha centrato un'altra vettura, senza ferire nessuno, e infine è sparito.