Insulti a Carola Rackete, Senato nega l'autorizzazione a procedere contro Salvini

Cronaca
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All'epoca dei fatti Rackete era comandante della Sea Watch 3, la nave della ong tedesca impegnata nel soccorso di 53 migranti nella zona SAR libica il 12 giugno 2019. Il vicepremier la definì "zecca tedesca, complice di scafisti e trafficanti"

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Nessuna autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Questo il veto posto dal Senato, in relazione alle parole del leader della Lega contro Carola Rackete, all'epoca dei fatti comandante della Sea Watch 3, la nave della ong tedesca impegnata nel soccorso di 53 migranti nella zona SAR libica il 12 giugno 2019. Il Senato si è espresso sugli atti del tribunale di Milano che vede Salvini accusato di diffamazione aggravata, hanno votato contro Pd, M5s, Avs, astenuta Iv e maggioranza a favore (82 sì, 60 no, 5 astenuti).

Il legale di Rackete: "Parole che qualificano chi le ha pronunciate"

L'attuale vicepremier, all'epoca ministro dell'Interno, aveva definito Rackete: "Zecca tedesca, complice di scafisti e trafficanti", parole per il quale era stata presentata una denuncia presso il Tribunale di Milano. Ferma la condanna di Alfredo Bazoli, esponente del Pd, nelle dichiarazioni di voto: "Le parole espresse su Carola Rackete da Matteo Salvini sono insulti non sono opinioni. Il partito democratico vota contro la relazione della Giunta delle immunità, che non fa un buon servizio alla politica, anzi getta discredito sulla politica e anche su quest'Aula". Fa eco alle parole di Bazoli il legale della Rackete Alessandro Gamberini: "Che dire? Notizia attesa e scontata, è l'insindacabilità dell'insulto. Interessante notare come il Parlamento abbia ritenuto un'opinione espressioni come zecca tedesca, che qualificano chi le pronuncia ben più di una donna che è stata costretta a subirle".

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