Il militante anarchico è intervenuto in videocollegamento dal carcere di Sassari durante l'udienza del processo dedicato al ricalcolo della pena per uno solo dei numerosi episodi a lui contestati: l'attentato, commesso il 2 giugno 2006, alla scuola Allievi carabinieri di Fossano. La procura ha richiesto l'ergastolo. Sentenza rinviata al 26 giugno
È ripreso oggi in tribunale a Torino il processo a carico di Alfredo Cospito, l’anarchico accusato di strage politica per l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano e per l’ex compagna Anna Beniamino entrambi in video collegamento dai carceri in cui sono reclusi. La procura generale ha richiesto l'ergastolo. Cospito in apertura di udienza ha chiesto di poter fare dichiarazioni spontanee, durante circa 9 minuti.
"Limitato il mio diritto di difesa"
“Il 41 bis che mi avete inflitto è un trattamento sanzionatorio incostituzionale che contraddice le vostre stessi leggi, che stravolge il senso stesso della mia carcerazione imponendomi la censura insensata che limita il mio diritto alla difesa - ha osservato il militante anarchico - è evidente a tutti come la mia vicenda processuale sia stata usata come una sorta di clava da parte politica, il governo, contro un’altra parte politica, la cosiddetta opposizione”.
“Abolire il 41 bis. Sempre per l’anarchia”
"Il mio trasferimento all’ultimo momento da una sezione ad un’altra in previsione dell’arrivo dei parlamentari Pd ne è un esempio lampante che - ha sottolineato ancora Cospito - dimostra come sta stata strumentalizzato il Dap e il 41 bis per fini politici". Per l'imputato "questi fatti sono strettamente legati a questo processo perché sono il prodotto delle dinamiche politiche passate che hanno portato alla nostra accusa e a una condanna spropositata per strage politica. Tapparmi ora la bocca nell’unico momento in cui mi posso difendere vorrebbe dire avallare questa deriva pericolosa e totalitaria”. L'anarchico ha poi ricordato le morti di detenuti che erano richiusi anch’essi in regime di 41 bis morti che "sono legate all’impunità del regime in cui da un anno mi tocca lottare e sopravvivere per non soccombere". Il suo intervento si è concluso con uno slogan: “Abolire il 41 bis. Sempre per l’anarchia”.
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Rinviata la sentenza per l'attentato alla scuola carabinieri
Oggi era attesa la sentenza della Corte d'assise d'appello, che dovrà rideterminare la pena per Cospito, ma stata rinviata al 26 giugno. I giudici torinesi, dopo gli interventi degli avvocati difensori dell'anarchico, hanno disposto un rinvio per le eventuali repliche delle parti e la camera di consiglio. "Confidiamo - ha detto uno dei legali, l'avvocato Flavio Rossi Albertini, prima di lasciare Palazzo di giustizia - che questa Corte mantenga la stessa linea della precedente, che lo scorso dicembre, quando aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale, aveva parlato della possibilità di dichiarare la prevalenza dell'attenuante del 'fatto lieve' e, di conseguenza, di giungere a una condanna che non sia quella dell'ergastolo".
Il Pg generale ha chiesto l'egastolo
Il procuratore generale di Torino ha chiesto l'ergastolo: i giudici dovranno accogliere tale richiesta oppure quella della difesa, che chiede il riconoscimento di alcune attenuanti che porterebbero a una riduzione della pena. Il processo era stato sospeso a dicembre in quanto i giudici torinesi avevano chiesto che la Corte costituzionale si pronunciasse sull’eccezione di legittimità riguardo la ‘lieve entità’, un’attenuante che se riconosciuta non avrebbe consentito per Cospito la condanna all’ergastolo ma una pena compresa tra i 21 e i 24 anni. Lo scorso 18 aprile la Consulta si è espressa a favore del bilanciamento tra attenuanti e aggravanti consentendo, dunque, una sentenza alternativa all’ergastolo come chiesto invece dall’accusa, rappresenta in aula dal pg Francesco Saluzzo e dal pm Paolo Scafi. Ad attendere la sentenza, prevista per oggi, un presidio davanti al Palagiustizia mentre una 20 di esponenti anarchici sono presenti in aula.