Risolto un cold case del 1995. Arrestato a Sanremo un uomo di oltre 70 anni accusato di avere ucciso in Svezia una ragazza e di averne fatto scomparire il corpo
Un italiano ultrasettantenne, S.A. abitante a Sanremo (Imperia) è stato tratto in arresto stamani dalla sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Imperia, sotto il coordinamento della locale Procura, con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e la soppressione di cadavere di Sargonia Dankha, 21enne di origini irachene, naturalizzata svedese. L'omicidio, secondo gli inquirenti, avvenne in Svezia nel 1995. La sparizione della giovane, della quale non fu mai ritrovato il corpo, è rimasto per anni un vero e proprio cold case.
Tracce ematiche nel bagagliaio di una Ford Escort
La ragazza, nata il 2 dicembre del 1974, era stata vista viva, per l'ultima volta, a Linköping, città della Svezia meridionale, nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995. Nel corso delle indagini, i poliziotti svedesi trovarono tracce ematiche e capelli di Sargonia nel bagagliaio di una Ford Escort rossa, che fecero ipotizzare l'omicidio. Secondo gli inquirenti, il corpo della giovane venne smembrato nella cucina del ristorante di S.A., per poi essere trasportato e scaricato in una discarica. Arrestato dalle autorità svedesi, l’uomo venne rilasciato perché in Svezia, non si può riconoscere la responsabilità penale , qualora il corpo della vittima non venga ritrovato. A quel punto il ristoratore, forse per paura di essere nuovamente arrestato, tornò in Italia, stabilendosi a Sanremo e abbandonando la Svezia, dove ha lasciato però dei figli.
Ci sarebbero prove schiaccianti
Gli inquirenti italiani, sono volati in Svezia nelle scorse settimane dopo che la famiglia di Sargonia Dankha, che non si è mai arresa alla scomparsa della ragazza, tramite un avvocato di Milano ha sporto denuncia alla Procura di Imperia. Un atto compiuto perché, nonostante i gravi indizi contro S.A., che all'epoca dei fatti aveva una relazione altalenante con la giovane donna, le autorità svedesi non potevano processarlo per omicidio in mancanza del cadavere della vittima. A seguire il caso, in Italia, sono stati il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, e i sostituti Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi che è volato in Svezia, per recuperare i faldoni delle indagini e portrarli in Italia, dove sono stati tradotti. Secondo gli inquirenti, l'italiano, che in Svezia gestiva un ristorante, avrebbe ucciso la giovane compagna in occasione dell'ultimo incontro, per poi nasconderne il corpo. A suo carico, secondo l'accusa, ci sarebbero prove schiaccianti.