La donna prima di confessare il delitto finse il sequestro della bambina all’uscita dall’asilo
È iniziato con la costituzione delle parti e le prime eccezioni procedurali, il processo a Martina Patti, la giovane mamma di 24 anni rea confessa dell'omicidio della figlia Elena, di quasi 5 anni, uccisa con un'arma da taglio nel giugno 2022 e seppellita in un campo vicino casa, a Mascalucia in provincia di Catania. Il procedimento si celebra davanti alla prima Corte d'assise, presieduta da Sebastiano Mignemi, che ha disposto la sospensione dei termini di custodia cautelare, ed è stata aggiornata al prossimo 23 giugno. La procura le contesta i reati di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. I nonni paterni e il padre della piccola vittima si sono costituti parte civile con l'avvocato Barbara Ronsivalle. L'imputata è assistita dall'avvocato Gabriele Celesti.
Quella mattina di lunedì 13 giugno 2022
La tragica vicenda di Elena Del Pozzo inizia lunedì 13 giugno 2022. La mamma della bimba denuncia ai carabinieri che la figlia è stata sequestrata e racconta che tre persone armate l'hanno prelevata mentre era con lei in auto a Piano di Tremestieri, dove la piccola frequentava l'asilo. Il sequestro, secondo la denuncia, è "conseguenza del comportamento dell'ex compagno (Alessandro Del Pozzo, 24enne con precedenti per spaccio) che avrebbe ricevuto minacce per un regolamento di conti. Gli investigatori da subito escludono che il sequestro sia "opera della criminalità organizzata". Il giorno successivo Martina Patti cambia la sua versione dei fatti e lei stessa conduce gli inquirenti nel campo dove è sepolta la piccola Elena. Il cadavere è stato chiuso dentro cinque sacchi neri sotto pochi centimetri di cenere vulcanica e ciottoli.