Migranti, naufragio di Cutro: interrogatori indagati e perquisizioni

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L'inchiesta mira ad accertare eventuali responsabilità per i presunti ritardi nei soccorsi al barcone che poi si spezzò, a causa delle forza del mare, a poche decine di metri dalla riva

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La procura della Repubblica di Crotone ha iscritto i primi nomi nel registro degli indagati per il naufragio di Cutro (Kr) avvenuto nella notte fra il 25 e il 26 febbraio scorso e che costò la vita a 94 persone (circa 30 i dispersi). I carabinieri stanno eseguendo una serie di perquisizioni disposte dalla Procura nelle sedi di Frontex, della Guardia di finanza e della Guardia costiera nell'ambito dell'inchiesta. Il sostituto procuratore Pasquale Festa, titolare dell'inchiesta, ha delegato le perquisizioni ai carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale di Crotone.

 

La filiera delle competenze  

L'inchiesta mira ad accertare eventuali responsabilità per i presunti ritardi nei soccorsi al barcone che poi si spezzò, a causa delle forza del mare, a poche decine di metri dalla riva. Gli accertamenti in corso hanno lo scopo di verificare, in particolare, cosa non abbia funzionato, eventualmente, nel sistema che avrebbe dovuto garantire assistenza al barcone sul quale si trovavano i migranti e di ricostruire la filiera delle competenze da parte di chi sarebbe dovuto intervenire per soccorrere le persone che si trovavano sull'imbarcazione, evitando così che si schiantasse a poca distanza dalla spiaggia.

 

In migliaia hanno sfilato per le strade di Steccato di Cutro dove appena 15 giorni fa è avvenuta una delle più gravi stragi di migranti nel naufragio di una imbarcazione a un centinaio di metri dalla spiaggia, 11 marzo 2023. Il corteo è stato aperto dalla croce realizzata con parte del relitto della nave portata a turno dai partecipanti. Tra i manifestanti alcuni parenti delle vittime del naufragio. Il momento più forte sulla spiaggia della strage, a conclusione del corteo. Dopo un minuto di raccoglimento la manifestazione si è conclusa, ma in tanti sono rimasti in spiaggia a pregare, deporre un fiore o a piangere.
ANSA/FRANCESCO ARENA

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La motovedetta della Guardia costiera intervenne circa 6 ore dopo

L'imbarcazione venne avvistata da Frontex nella notte del 25 febbraio; la segnalazione dell'agenzia europea che si occupa delle frontiere, fu raccolta dalla Guardia di finanza che inviò verso l’imbarcazione due unità navali da Taranto e Crotone. I mezzi militari, però, tornarono indietro, ufficialmente per condizioni meteo marine avverse. Nel frattempo il caicco continuava la sua navigazione verso la costa calabrese seguita da un aereo Frontex che, però, per problemi di carburante fu costretto a tornare alla base. In questo frangente la Guardia costiera non venne mai allertata per un intervento Sar. La motovedetta della Guardia costiera intervenne circa 6 ore dopo l'avvistamento solo a seguito dell'allarme lanciato da alcuni pescatori che si trovavano sulla spiaggia di Steccato.

 

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