Alluvione Emilia-Romagna, Mattarella in visita: “Ricostruzione veloce, non siete soli”

Cronaca
©Ansa

Dopo quasi 20 giorni dall’alluvione, ieri è stato il primo giorno di allerta gialla. Si guarda alla ricostruzione e Bonaccini chiede che "la scelta del commissario non sia un calcolo elettorale". Nelle zone colpite è arrivato il presidente della Repubblica, che ha deciso di destinare il Premio Paolo VI alla comunità Giovanni XXIII per le case di accoglienza danneggiate. “Qui è stato fatto tutto con grande maestria ma soprattutto con grande generosità. Vi sarà una costante e non momentanea attenzione”, ha detto

ascolta articolo

Sulla Romagna non piove più da alcuni giorni, ma solo da ieri l’allerta meteo è scesa al colore giallo, dopo un mese trascorso quasi interamente in allerta arancione o rossa (LO SPECIALE). Mentre prosegue la conta dei danni e si pensa alla ricostruzione (COME POSSONO ESSERE USATI I FONDI DEL PNRR), oggi è arrivato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per una visita nelle aree devastate dall'alluvione. "Tutta l'Italia vi è vicina e non sarete soli nella ricostruzione, che deve essere veloce", ha detto. Ieri il capo dello Stato ha annunciato che devolverà la somma legata al Premio Paolo VI, che gli è stato consegnato dal Papa, alla Comunità Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi nel Riminese, e alle sue case di accoglienza colpite dalle alluvioni.

La visita di Mattarella

Il capo dello Stato ha fatto in elicottero un sopralluogo a Modigliana, uno dei comuni più colpiti. Ha raggiunto il borgo dell'Appennino forlivese dove è stato accolto da Bonaccini, oltre a sindaci e cittadini. Poi si è spostato a Forlì, per incontrare i volontari che hanno lavorato nell'emergenza. "Questo è un momento impegnativo, difficile. Ho visto tante ferite del territorio. So bene quanto, per quanto riguarda molte abitazioni, molte aziende, le strade, sia da riprendere con coraggio e decisione per rilanciare la vita comune", ha detto. Il presidente si è quindi spostato a Cesena, dove è stato accolto con "Romagna mia" e l'inno di Mameli. I volontari del centro di smistamento alla scuola "don Milani" gli hanno regalato un gilet giallo utilizzato da chi presta soccorso, con la scritta 'tin bota', l'incoraggiamento in dialetto romagnolo diventato lo slogan della resistenza dopo l'alluvione. Quindi altra tappa nel primo pomeriggio a Ravenna. “Avete dovuto affrontare un fenomeno imprevedibile e di dimensioni inimmaginabili. Il tempo delle decisioni e degli interventi era estremamente breve. Avete dovuto definire e progettare interventi risolutivi anche con molto coraggio. È stato fatto tutto con grande maestria ma soprattutto con grande generosità e di questo intendo ringraziarvi – ha detto parlando nel municipio –. Il nostro Paese dovrà preoccuparsi di organizzare delle difese preventive per fenomeni di questo genere, più di quanto non sia avvenuto sin qui”. E ha aggiunto: “Questo è un territorio di grande importanza per l'Italia. Tutto questo richiede una ripartenza veloce, immediata, senza pause. Bisogna fare in modo che non vi siano sentimenti di resa, di abbandono. Vi sarà una costante e non momentanea attenzione da parte delle pubbliche istituzioni nazionali. E anche io parteciperò affinché, a fari spenti, si continui con la medesima attenzione". Dopo Ravenna Mattarella ha raggiunto Lugo di Romagna, un altro centro che due settimane fa ha subito un importante allagamento: ha visitato il teatro Rossini e ha assicurato che "tornerà come prima". Poi l’ultima tappa a Faenza, dove ha incontrato i sindaci del territorio. "Sarò accanto al governo per sostenere senza pause e senza incertezze il sostegno per una ripresa piena. Dovete avere la certezza che ciò proseguirà anche a riflettori spenti. Non vi saranno pause nell'attenzione", ha ribadito il presidente davanti ai sindaci riuniti nell'aula del consiglio comunale. Quando Mattarella ha lasciato il municipio,, per salutarlo è partito di nuovo il coro “Romagna Mia”.

La situazione a Conselice

Sta lentamente tornando sotto controllo, intanto, anche la situazione di Conselice, il paese del Ravennate diventato uno dei simboli della catastrofe perché, per giorni, non si è riusciti a liberare dall’acqua gran parte del paese, provocando un ristagno che ha anche creato preoccupazioni per la salute pubblica. La situazione non è ancora del tutto risolta, ma in miglioramento: circa 50 idrovore stanno cercando di convogliare l'acqua nei canali di bonifica che sfociano nel Reno. I provvedimenti di evacuazione emessi dal Comune stanno restringendo il proprio perimetro e si è cominciato a fare quello che, già da oltre una settimana, si è cominciato a fare negli altri luoghi alluvionati: spalare il fango, rientrare nelle case, smaltire montagne di rifiuti. Intanto sono confortanti i primi risultati dei controlli svolti dall'Arpae, l'agenzia regionale di protezione ambientale, sulle acque depositate nelle vicinanze delle aree industriali colpite dagli allagamenti: nessun inquinamento ambientale è stato infatti rilevato nei pressi dell'Officina dell'ambiente, importante stabilimento produttivo di Conselice. L'attenzione resta alta, con nuovi prelievi che interessano altri siti produttivi.

vedi anche

Acqua e fango in Emilia-Romagna: ecco quanto ci vorrà per aspirarli

Diminuiscono gli sfollati

Oggi, con l'avvicinarsi dell'inizio ufficiale della stagione turistica, l'Arpae farà anche il monitoraggio delle acque di balneazione in 98 punti della riviera adriatica: da queste analisi si attendono risultati confortanti, anche in virtù della campagna lanciata da ministero e Regione per convincere i turisti a non rinunciare alle vacanze sul litorale romagnolo. Diminuisce anche il numero delle persone che sono state costrette a lasciare le proprie case. Quelle accolte nei centri d'accoglienza messi a disposizione dai Comuni o in alberghi sono infatti 1.128, circa 200 in meno di 24 ore prima. È tornata in funzione la ferrovia Bologna-Rimini e sono state riaperte alcune importanti vie di comunicazioni stradali chiuse nella scorse settimane, ma in tutta la Regione sono centinaia le strade comunali e provinciali ancora chiuse alla circolazione. Molte di queste andranno ricostruite. Senza contare il dissesto che ha colpito l'Appennino: al momento si confermano 758 frane principali monitorate, oltre a migliaia di micro-frane attive.

vedi anche

Alluvione Emilia-Romagna, contributo sfollati: come fare domanda

Presto le norme sulla ricostruzione e il commissario

Il governatore Bonaccini chiede che "la scelta del commissario non sia un calcolo elettorale. Dalla Ue ci aspettiamo centinaia di milioni, hanno preso un impegno preciso”. Il governo lavora da giorni ad un piano che potrebbe approdare nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri, in vista della nomina del nuovo commissario che prenderà in mano il dossier della fase 2 in Emilia Romagna. Si pensa a una struttura nazionale per la ricostruzione, con una persona al comando che possa riuscire a gestire, alla stregua di un piccolo dicastero, i fondi nazionali, europei e del Pnrr per la ricostruzione delle aree colpite dal dissesto idrogeologico. Il progetto non dovrebbe essere affidato allo stesso Bonaccini, come lascia intendere Antonio Tajani, secondo il quale servirà "una persona che possa dedicarsi a tempo pieno". Contemporaneamente si lavora a una mediazione che non scontenti nessuno, in primis i territori: "Sto predisponendo un progetto di legge che sottoporrò al Cdm, secondo cui il commissario, anche non dovesse essere il presidente della Regione, non nel caso specifico ma parlo in generale perché il progetto per noi è un modello nazionale, dovrà essere approvato dal governatore, che ha una competenza concorrente in materia", spiega Musumeci. Tra gli ultimi papabili ci sarebbero Bertolaso e Figliuolo, nomi che dimostrano la necessità di una figura tecnica che abbia capacità amministrative. "Tutto il governo è impegnato sul piano interno che internazionale a individuare tutte le risorse disponibili per affrontare la fase emergenziale" delle alluvioni in Emilia-Romagna e "quella strutturale per la ricostruzione", assicura intanto il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, a margine del Consiglio Agricoltura a Bruxelles. "Abbiamo messo in evidenza che il fondo di riserva Pac non è sufficiente se vogliamo affrontare in modo strategico avversità climatiche che lasciano presagire un aggravamento nel futuro", aggiunge.

vedi anche

Emilia Romagna, Salvini: "Prima si nomina il commissario meglio è"

Cronaca: i più letti