Il test standard utilizzato per l’individuazione precoce dei disturbi dell’apprendimento (DSA), come la dislessia, la disortografia o la disgrafia, è stato distribuito ai genitori delle classi della seconda elementare dell’ICS via Tiburtina Antina Borsi – Saffi. Il dirigente: "Nessun intento discriminatorio"
Scoppia la polemica per un questionario sul comportamento che chiede di indicare “gruppo etnico o razza del bambino”, distribuito lunedì scorso ai genitori delle classi della seconda elementare della scuola ICS via Tiburtina Antina Borsi – Saffi, a Roma, nel quartiere San Lorenzo. A riportare la notizia è il Corriere della Sera.
Il questionario
Secondo quanto riporta il quotidiano, il questionario è un test standard utilizzato per l’individuazione precoce dei disturbi dell’apprendimento (DSA) come la dislessia, la disortografia o la disgrafia, che viene fornito alla scuola a titolo gratuito e volontario dal Centro Clinico Marco Aurelio. “Nessun intento discriminatorio - ha affermato il dirigente scolastico, Marcello Di Pasquale, al Corriere della Sera - È il secondo anno che diamo l’opportunità alle famiglie di fare questo test e nessuno si è mai lamentato. Anzi abbiamo sempre avuto riscontri positivi”.
Del questionario esiste anche una versione aggiornata nella quale la voce incriminata è stata modificata con la parola “nazionalità”, lo spiega Giuseppe Romano, psicologo e psicoterapeuta del Centro Clinico Marco Aurelio. “La scelta di usare il vecchio test – ha detto al quotidiano – è puramente tecnica. Se i bambini che in questi giorni hanno riempito il questionario a breve dovessero scoprire di avere una dislessia, avrebbero bisogno di ripeterlo e non potrebbero. Dovrebbero aspettare più di un anno”. E sul termine razza afferma che “avrei dovuto toglierlo. Semplicemente non ci ho pensato, proprio perché in buona fede. Per non porre limiti alle future eventuali diagnosi di DSA per i bambini abbiamo avuto un’attenzione maggiore, che poi è diventata un limite”.