Scoperta un'organizzazione criminale attiva in Italia e all'estero. L'operazione è stata condotta all'alba dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con il Ros di Roma, e con lo Squadrone eliportato "Cacciatori Puglia"
Scoperta un'organizzazione criminale dedita a scavi clandestini, ricettazione e illecita commercializzazione, in Italia e all'estero, di importantissimi reperti archeologici, di valore storico culturale inestimabile e commerciale ingente. Sono stati eseguiti all'alba di oggi dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con il Ros di Roma, e con lo Squadrone eliportato "Cacciatori Puglia", 21 provvedimenti restrittivi (16 arresti tra detenzione carceraria e domiciliare e cinque obblighi di dimora e firma) e decine di perquisizioni. Gli indagati sono 51.
Il traffico illecito
Secondo le indagini, coordinate dalla Procura di Trani, il gruppo aveva base operativa a Canosa di Puglia (Barletta - Andria - Trani) e si avvaleva di tombaroli che si occupavano di scavi illeciti e di ricettatori - della zona e di aree diverse dalla Puglia - che con l'aiuto di trafficanti di reperti archeologici piazzavano vasi e monete su mercati clandestini internazionali e nazionali. In questo modo gli indagati avrebbero avviato un "fiorente canale commerciale di monete archeologiche" che dalla Puglia e Campania "venivano cedute dai vari ricettatori ai diversi trafficanti internazionali" che le immettevano sul mercato illecito globale attraverso case d'asta estere".
I sequestri
Nel corso dell'attività investigativa sono state recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi utili allo scavo clandestino oltre a documentazione contabile relativa alle transazioni illecite in Italia e con l'estero. Sono inoltre una cinquantina le perquisizioni eseguite in più comuni di Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio e Puglia. Per le indagini è stata - viene spiegato - di "fondamentale importanza la consultazione della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti" del ministero della Cultura, che contiene più di 1,3 milioni di file relativi a opere da ricercare.
Coinvolti oltre 300 militari
L'operazione, scaturita da una complessa ed articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, ha complessivamente impegnato più di 300 militari dell'Arma. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti in cinque regioni: Puglia, Basilicata, Campania, Lazio e Abruzzo. Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale con la collaborazione dei colleghi del Ros (Reparto operativo speciale), dei comandi provinciali e dei Cacciatori di Puglia, sono durate quasi un anno e sono iniziate nel corso di una attività di prevenzione alla criminalità svolta con sorvoli aerei che hanno permesso di rilevare, all'interno di aree archeologiche, irregolarità. I successivi accertamenti investigativi hanno confermato la presenza di scavi clandestini e il traffico illegale di reperti.