L'orsa catturata in Trentino potrebbe essere uccisa: le reazioni

Cronaca
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Il ministro dell'Ambiente Pichetto afferma che "la soppressione non può essere una vendetta, la decisione spetta alla Provincia". L'Organizzazione internazionale protezione animali protesta: "Noi esclusi dal tavolo ministeriale". Il padre del runner ucciso in un'intervista a Repubblica: "Troppo comodo cercare di chiudere questa tragedia eliminando un animale. Prendentiamo un'assunzione di responsabilità da parte di chi ci ha spinto in questo disastro"

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Si fa sempre più acceso il diabattito sull'abbattimento di orsi in Trentino, dopo l'uccisione del runner 26enne Andrea Papi. Ed è scontro tra il governo e le associazioni animaliste. "Da ministro posso solo esercitare una funzione di indirizzo che non può che basarsi peraltro sul parere scientifico dell'Ispra, delegata a questa funzione. Parere che contempla tra le misure possibili, in situazioni di estremo pericolo, anche la soppressione degli animali", ribadisce oggi il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, in riferimento alla vicenda dell'orsa Jj4 che il 5 aprile ha aggredito e ucciso il runner. E spiega: "La procedura prevede infatti che il Mase sia chiamato in causa esclusivamente al fine di fornire, appunto attraverso l'Ispra, un parere consultivo e non vincolante. Ma la decisione finale spetta - correttamente - alle autorità locali, nel caso specifico al presidente della Provincia".

L'Oipa: "Ennesimo incontro che esclude le associazioni animaliste"

Detto questo, prosegue il ministro, "è chiaro che la soppressione dell'orsa non può essere una vendetta. Ucciderla non ridarà la vita al giovane runner, come ha sottolineato con parole di grande umanità la madre della vittima. Ma va considerato che il ripetersi reiterato delle aggressioni agli umani e agli animali, ha comunque reso evidente che la gestione degli orsi in Trentino è diventata problematica e che va rivista tutta la materia per assicurare sicurezza a residenti e turisti. Va inoltre considerata seriamente l'ipotesi del ricollocamento all'estero di gruppi di esemplari". Per il ministro "occorre sedersi attorno a un tavolo e valutare le soluzioni migliori da adottare col conforto del parare degli esperti". Immediata la replica dell'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), chiedendo che all'incontro vi sia una rappresentanza delle associazioni animaliste. "Apprendiamo che il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha convocato il tavolo tecnico sull'emergenza orsi in Trentino. L'ennesimo incontro, l'ennesimo vertice, l'ennesimo tavolo da cui sono escluse le associazioni che tutelano gli animali", scrive in una nota.  

La Lega Antivivisezione: "L'orso andava sterilizzato"

"Nel 2021 la Provincia di Trento era pronta a sterilizzare l'orsa 'Jj4', c'era il parere favorevole di Ispra, ma alla fine la Provincia, che doveva farlo, non lo ha fatto. Hanno detto che l'orsa ha aggredito in presenza dei suoi cuccioli ed essi non ci sarebbero stati se tra marzo ed aprile 2021, 'Jj4' fosse stata sterilizzata". E' quando affermato dal presidente nazionale della Lega Antivivisezione, Gianluca Felicetti parlando dalla sede della Lav Italia a Trento in merito alla richiesta di abbattimento, per il momento sospesa dal Tar del capoluogo trentino, dell'orsa 'Jj4' . La Provincia autonoma di Trento ha però replicato sostenendo che aveva escluso sotto il profilo tecnico la possibilità di effettuare un intervento di sterilizzazione di Jj4, in un documento inviato ad Ispra e datato 5 ottobre 2022. Intanto è di ieri la decisione del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti di firmare un decreto che stabilisce l'abbattimento di Mj5, l'orso di 18 anni ritenuto responsabile dell'aggressione di un uomo avvenuta lo scorso 5 marzo in valle di Rabbi.

Il presidenti dei sindaci trentini: "Servono azioni immediate"

"La gestione dell'orso è oggi un problema: non della val di Sole, ma dell'intero Trentino. Servono azioni immediate e incisive per prevenire ulteriori attacchi da parte degli orsi", ribadisce in una nota il presidente dei Comuni trentini, Paride Gianmoena, in seguito all'incontro con i sindaci. "Questa è anche la terra degli usi collettivi e degli usi civici con diritto di legnatico. Il tema non va affrontato con tifo da stadio, ma con quotidiano equilibrio, sempre dentro le istituzioni. La voce di chi vive il problema deve avere più peso di chi abita a chilometri di distanza", ha aggiunto Gianmoena. "La Giunta provinciale - ha commentato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti - ha apprezzato il fatto che i Comuni trentini si siano costituiti presso il Tar nel procedimento sul ricorso contro l'abbattimento di Jj4, un atto che conferma un forte spirito di unità a livello di istituzioni e territorio".

Il padre del runner: "Troppo comodo risolvere uccidendo l'animale"

Anche il padre di Andrea Papi oggi torna a parlare, e lo fa sulle pagine di Repubblica. "La vita dell'orsa JJ4 non ci restituirà nostro figlio. Troppo comodo cercare di chiudere questa tragedia eliminando un animale, a cui non può essere imputata la volontà di uccidere. Non ci interessano i trofei della politica: noi pretendiamo che ad Andrea venga restituita dignità e riconosciuta giustizia", afferma Carlo Papi. "Qualcuno deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità della morte di Andrea. A costo di fare un passo indietro rispetto al ruolo pubblico che ricopre. Quella di nostro figlio non è stata una morte naturale. Nessuno si è ancora fatto vivo per chiederci scusa, per spiegarci le cause che hanno contribuito a creare le condizioni di questa tragedia. Confidiamo nella Procura di Trento e nei nostri avvocati: il governo attuale della Provincia, come quelli che l'hanno preceduto, hanno il dovere di chiarire, assieme allo Stato, se è stato fatto il possibile per garantire la sicurezza". "La morte di Andrea si poteva evitare - sostiene ancora - Le istituzioni non hanno fatto niente per spiegare alla gente come comportarsi con un numero così alto di orsi. Hanno lasciato tutti ignoranti e tranquilli. Nessuno ha chiesto alla gente se condivideva la reintroduzione degli orsi, nessuno ha fatto il necessario per renderla compatibile con la nostra e la loro vita. Pretendiamo un'assunzione morale di responsabilità da parte di chi per quasi un quarto di secolo ha gestito gli orsi in Trentino, spingendo tutti nel disastro a cui assistiamo".

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