Runner ucciso da un orso in Trentino, funerali mercoledì 12 aprile. Famiglia valuta causa

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Le esequie saranno alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, a Caldes. Il giovane è morto nei boschi nella zona del monte Peller, notoriamente frequentata da questi animali. I familiari si sono rivolti a due legali per valutare azioni civili e penali nei confronti di chi ha responsabilità nel controllo e nella gestione dei plantigradi in Trentino: sul tavolo c’è la possibilità di fare causa alla Provincia di Trento e allo Stato. Ordinanza per abbattere l’orso

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Si terranno mercoledì 12 aprile i funerali di Andrea Papi, il runner ucciso da un orso nei boschi sopra Caldes, nella zona del monte Peller, in Trentino. Le esequie saranno alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, nel comune in Val di Sole. Intanto, dopo la conferma delle cause della morte del 26enne e la firma dell'ordinanza urgente per abbattere l'animale, la famiglia del giovane si è rivolta a due legali per valutare azioni civili e penali nei confronti di chi ha responsabilità nel controllo e nella gestione dei plantigradi in Trentino. Sul tavolo c’è la possibilità di fare causa alla Provincia di Trento e allo Stato.

La famiglia valuta azioni civili e penali

Andrea Papi è morto lo scorso mercoledì pomeriggio, ucciso da un plantigrado nei boschi di Caldes, in una zona notoriamente frequentata dagli orsi. I funerali, come detto, si terranno mercoledì 12 aprile. La sera prima delle esequie, alle 20, la comunità si ritroverà per un rosario. I familiari del ragazzo valutano azioni civili e penali. "Con i familiari discuteremo di un possibile risarcimento e si farà una valutazione in merito a eventuali responsabilità", ha spiegato l'avvocato Marcello Paiar, incaricato della questione assieme alla collega Maura Cravotto. "Se ci sono i presupposti per procedere procederemo, ma aspetteremo di capire cosa emerge dalle indagini condotte dalla Procura", ha aggiunto.

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Fugatti ha ribadito la volontà di uccidere l’orso

Intanto, il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha ribadito la volontà di uccidere l’orso quando sarà individuato. Non solo: ha comunicato a Ispra di voler procedere all'abbattimento di tre esemplari ritenuti problematici (Mj5, Jj4 e M62). "Ci attendiamo la giusta collaborazione da parte delle autorità competenti: mi riferisco allo Stato, ai ministeri e all'Ispra, che in qualche situazione hanno dimostrato un certo ostracismo rispetto alle posizioni della Provincia", ha detto Fugatti. Secondo Alberto Stoffella, ex guardia forestale della Provincia ed esperto di grandi carnivori, l'abbattimento non è un tabù, ma va fatto con cognizione di causa, per evitare di "intervenire in modo sbagliato, prelevando gli esemplari più tranquilli e lasciando in vita quelli più aggressivi". Le associazioni animaliste, invece, denunciano mancanze nella gestione dei grandi carnivori e chiedono di avviare dei confronti per evitare una "caccia alle streghe". Legambiente ha auspicato la convocazione di un tavolo di confronto ministeriale, mentre l'Enpa ha fatto sapere di seguire la vicenda con il proprio ufficio legale. Oipa parla di "un'amministrazione mossa da spirito di vendetta".

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"Riportare popolazione a circa 50 unità. Non importa come"

Fugatti, comunque, ha ribadito anche la volontà di procedere nella direzione di un drastico ridimensionamento del progetto Life Ursus. Il presidente ha definito il progetto, nato nel 1996 per tutelare la popolazione dell'orso bruno sul Brenta, "sproporzionato rispetto all'impostazione originaria". "Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come", ha detto Fugatti. Attualmente, in Trentino si contano all'incirca un centinaio di esemplari, su un'area di circa 1.500 chilometri quadrati. Tra il 1999 e il 2002, dopo un primo studio di fattibilità, con una consultazione delle popolazioni interessate, sono stati introdotti dieci esemplari arrivati dalla Slovenia. A partire dal 2014 sono avvenute sette aggressioni ai danni di escursionisti.

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