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Il Papa all'Angelus: "Anche quando sembra tutto perduto mai smettere di sperare"

Cronaca

Così Papa Francesco ha commentato l'episodio evangelico della risurrezione di Lazzaro. Per il Papa, questo brano del Vangelo di Giovanni è "un inno alla vita, e lo si legge quando la Pasqua è vicina"

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"Il messaggio è chiaro: Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza". Così Papa Francesco, all'Angelus di oggi, ha commentato l'episodio evangelico della risurrezione di Lazzaro. "Capita, a volte, di sentirsi senza speranza, a tutti è capitato questo, oppure di incontrare persone che hanno smesso di sperare - ha osservato -: per una perdita dolorosa, per una malattia, per una delusione cocente, per un torto o un tradimento subito, per un grave errore commesso. E si è smesso di sperare. A volte sentiamo dire: 'Non c'è più niente da fare!'".

Il brano del Vangelo

"Sono momenti in cui la vita sembra un sepolcro chiuso - ha proseguito -: tutto è buio, intorno si vedono solo dolore e disperazione. Il miracolo di oggi ci dice che non è così, che in questi momenti non siamo soli, anzi che proprio in questi momenti Gesù si fa più che mai vicino per ridarci vita". Secondo il Pontefice, "Gesù ci invita a non smettere di credere e sperare, a non lasciarci schiacciare dai sentimenti negativi". "Questo ci dice Gesù, anche a noi - ha sottolineato -. Togliete la pietra: il dolore, gli errori, anche i fallimenti, non nascondeteli dentro di voi, in una stanza buia e solitaria, chiusa. Togliete la pietra: tirate fuori tutto quello che c'è dentro, gettatelo in me con fiducia, io non mi scandalizzo, dice il Signore, gettatelo in me senza timore, perché io sono con voi, vi voglio bene e desidero che torniate a vivere". "E, come a Lazzaro, ripete a ognuno di noi - ha aggiunto Francesco -: Vieni fuori! Rialzati, riprendi il cammino, ritrova fiducia! Ti prendo io per mano, come quando da piccolo imparavi a fare i primi passi. Caro fratello, cara sorella, togli le bende che ti legano, per favore non cedere al pessimismo che deprime, al timore che isola, allo scoraggiamento per il ricordo di brutte esperienze, alla paura che paralizza. Gesù ci dice, io ti voglio libero e vivo, non ti abbandono e sono con te! Non lasciarti imprigionare dal dolore, non lasciar morire la speranza: ritorna a vivere!". Per il Papa, questo brano del Vangelo di Giovanni è "un inno alla vita, e lo si legge quando la Pasqua è vicina. Forse anche noi in questo momento portiamo nel cuore qualche peso o qualche sofferenza, che sembrano schiacciarci. Allora è il momento di togliere la pietra e di uscire incontro a Gesù, che è vicino". Riusciamo ad aprirgli il cuore e ad affidargli le nostre preoccupazioni? Ha chiesto il Pontefice. Ad aprire il sepolcro dei problemi e a guardare oltre la soglia, verso la sua luce? O abbiamo paura di questo? "Come piccoli specchi dell'amore di Dio, riusciamo a illuminare gli ambienti in cui viviamo con parole e gesti di vita? Testimoniamo la speranza e la gioia di Gesù? Vorrei dire una parola ai confessori - ha concluso -: non dimenticatevi, anche voi siete peccatori, voi siete al confessionale per perdonare non per torturare. E dovere perdonare tutto, come il Signore perdona tutto".

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"Restiamo vicini ai terremotati della Turchia e della Siria. A loro è destinata la speciale raccolta di offerte che si svolge oggi in tutte le parrocchie d'Italia", ha detto Papa Francesco all'Angelus. "Preghiamo anche per la popolazione dello Stato del Mississippi, colpita da un devastante tornado", ha aggiunto. "Saluto i pellegrini peruviani, rinnovando la preghiera per la pace e la riconciliazione del Perù. Dobbiamo pregare per il Perù, che sta soffrendo tanto", ha detto Papa Francesco al termine dell'Angelus. Secondo la Gendarmeria Vaticana, erano circa 35 mila i fedeli presenti in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus. Lo riferisce la Sala stampa della Santa Sede.

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