Siccità, secondo uno studio europeo preoccupa l'impatto sull'Italia

Cronaca

Secondo i ricercatori del Centro comune di ricerca (Jrc) l'Europa e l'area del Mediterraneo potrebbero vivere un'altra estate estrema dopo quella del 2022

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Le conseguenze della siccità sull'Italia settentrionale, la Francia e la Spagna "sono visibili" e "sollevano preoccupazioni per l'approvvigionamento idrico per uso umano, l'agricoltura e la produzione di energia". E' quanto scrive il Centro comune di ricerca (Jrc) Ue in un nuovo rapporto sulla siccità in Europa. Secondo i ricercatori l'Europa e l'area del Mediterraneo potrebbero vivere un'altra estate estrema dopo quella del 2022.

Lo studio

Nella regione alpina, viene evidenziato nel documento, "l'accumulo di neve è stato ben al di sotto della media ed è persino inferiore a quello dell'inverno 2021-2022" e "questo porterà a una forte riduzione del contributo dello scioglimento delle nevi alle portate dei fiumi nella regione perialpina nella primavera e all'inizio dell'estate 2023". Le Alpi italiane alla fine di febbraio di quest'anno avevano stoccato 2,9 gigametri cubi (miliardi di metri cubi) di acqua sottoforma di neve, rispetto a 4 gigametri cubi alla fine di febbraio 2022 e al valore mediano di 8,7 mld di gigametri cubi nel periodo 2011-21. Pertanto, si stima che manchino all'appello circa 6 miliardi di gigametri cubi di neve (snow water equivalent, Swe) rispetto alla media di lungo periodo. Il picco dell'accumulazione di neve, destinata a sciogliersi in primavera e ad alimentare torrenti e fiumi, è l'inizio di marzo.  Nel rapporto si raccomandano un attento monitoraggio e un uso appropriato dell'acqua, l'attuazione di strategie di adattamento settoriali mirate e una cooperazione rafforzata. 

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Legambiente: "Recuperabili 22 miliardi di metri cubi d'acqua"

Intanto, secondo una stima fatta dall'Osservatorio CittàClima di Legambiente, la raccolta delle acque meteoriche nelle città e il riutilizzo di quelle reflue per l'agricoltura porterebbero al recupero di 22 miliardi di metri cubi all'anno. Un volume pari a circa 3 volte la capacità contenuta nei 374 grandi invasi in esercizio, che ammonta a circa 6,9 miliardi di metri cubi. Lo si legge nel dossier Accelerare il cambiamento: la sfida dell'acqua passa dalle città che fotografa la situazione anche a fronte del fatto che "sono aumentati del 367% i casi di danni a causa della siccità, dai 6 del 2021 ai 28 del 2022". La ong sollecita una roadmap "per riqualificare e riprogettare gli spazi aperti e gli edifici delle nostre città che punti almeno al recupero del 20% delle acque meteoriche entro il 2025, del 35% entro il 2027 e del 50% entro il 2030; e dalla necessità che, il recepimento del regolamento Ue 741/2020 per il riutilizzo delle acque reflue - in fase di osservazione presso il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica - sia fatto in modo rigoroso". Secondo l'associazione ambientalista è necessaria "una strategia idrica nazionale in modo da avviare una nuova governance dell'acqua, che abbia come obiettivo non solo l'accumulo per affrontare i periodi di carenza, ma soprattutto la riduzione della domanda d'acqua".

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Le minacce per l'Italia

L'Italia, aggiunge Piero Lionello, tra gli autori del 6/o Rapporto di Valutazione dell'Ipcc 2022: Impatti, adattamento e vulnerabilità, è soggetta ai rischi tipici dell'Europa Mediterranea, alcuni dovuti a peculiarità del cambiamento climatico, altri alla particolare vulnerabilità di ecosistemi e settori produttivi. In particolare la diminuzione della precipitazione (con conseguenze sulla disponibilità di risorse idriche), la vulnerabilità delle coste, l'importanza economica del settore turistico e la vulnerabilità degli ecosistemi terrestri e marini, minacciati anche da sovrasfruttamento e inquinamento.

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