Pierluigi Catizone, direttore del Planetario di Bari, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno chiarisce la natura del bagliore luminoso (seguito da un forte boato) avvistato da centinaia di persone la sera di San Valentino
Una lunga scia luminosa, poi il boato nel giorno di San Valentino e poi una pioggia di segnalazioni sui social. Inizialmente si pensava a un meteorite che aveva solcato i cieli del Centro-Sud, simile a quello avvistato il giorno prima nel nord della Francia. Gli avvistamenti erano concentrati per lo più in Puglia e Basilicata. A fare chiarezza ci ha pensato Pierluigi Catizone, il direttore del Planetario di Bari, che in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ha spiegato che si tratta di un bolide. “Meteorite è quando cade un oggetto (un lite, una pietra) e si trova. In questo caso, poiché non è stato ritrovato nulla, è un bolide. Sicuramente era un oggetto di pochi centimetri che, a contatto con l’atmosfera, prima si è surriscaldato per attrito e poi, per il cambio di pressione, è esploso. Quello che si è osservato non è un fenomeno rarissimo, ma capita spesso. Si è trattato di un bagliore molto luminoso e poi di un boato. Al Planetario di Bari abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni, perché abbiamo canali comunicativi attraverso i quali si possono fornire al pubblico le spiegazioni dei fenomeni che si osservano”.
Il colore dato dalla presenza di magnesio
Catizone spiega anche il motivo del colore della scia. “Il colore che è stato comunicato nelle varie segnalazioni, quel blu verde, probabilmente era dato dalla presenza di magnesio all’interno di questo oggetto roccioso. Il magnesio dà questo colore tendente al verde, il ferro, invece, all’azzurro. Ci sono vari metalli all’interno di questi piccoli corpi rocciosi che, a contatto con l’atmosfera, danno queste colorazioni”. Maggiori informazioni si potranno avere prossimamente grazie alla rete italiana Prisma, che consta di una sessantina di camere fish-eye sparse su tutto il territorio nazionale e che hanno effettuato l’avvistamento (detection, in gergo tecnico). Si tratta di quelle posizionate a Castellana Grotte, Tricase e Vasto, che hanno permesso di stabilire l’istante esatto del passaggio del corpo celeste: le 17h 58m 30s UT, cioè le 18h 58m 30s dell’ora indicata dai nostri orologi.