La città in provincia di Frosinone listata a lutto per l'ultimo saluto al 19enne ucciso con un colpo di pistola alla testa la sera del 30 gennaio. Il vescovo ai ragazzi: "Nessuno si salva da solo"
Alatri si è stretta attorno alla famiglia di Thomas Bricca, il 19enne ucciso con un colpo di pistola alla testa la sera del 30 gennaio nella città del Frusinate, dove oggi pomeriggio migliaia di persone hanno dato il loro ultimo saluto al ragazzo freddato forse per uno scambio di persona. Alatri, listata a lutto, ha omaggiato Thomas mentre nel Duomo il vescovo Ambrogio Spreafico ha celebrato i funerali.
Il funerale
Gli amici hanno indossato una t-shirt bianca con la foto di Thomas e la scritta "un giorno ti rincontreremo". La cattedrale di San Paolo era gremita in ogni ordine di posto, con tantissime persone che hanno seguito le esequie nel piazzale esterno. In prima fila i genitori del ragazzo e gli amici più stretti. Un lungo applauso ha accompagnato il feretro all'uscita con un lancio di palloncini bianchi. Poi un lungo corteo silenzioso ha attraversato le stradine della città, passando anche accanto al luogo dell'agguato. "Fino all'ultimo hai lottato, dalla tua Alatri non sarai dimenticato", recita uno striscione affisso proprio ai piedi della scalinata dove sedeva Thomas al momento della sparatoria e dove oggi sono presenti decine di mazzi di fiori e bigliettini dedicati al ragazzo.
Il vescovo di Alatri ai ragazzi: "Nessuno si salva da solo"
"Oggi ci mancano le parole, anche se ne abbiamo molte nel cuore e nei pensieri. Forse vorremmo esprimere dispiacere, anche rabbia, ma vi chiedo mai vendetta, come ci ha detto più volte il papà di Thomas, Paolo", è uno dei passaggi dell'omelia del vescovo di Alatri, Ambrogio Spreafico. "Voi ragazzi, amici di Thomas - continua -, dovete parlare con sincerità, in modo pacifico. Imparando ad ascoltarsi perché noi ci ascoltiamo troppo poco. Parliamo ma non ascoltiamo". "Non è accettabile rendere la parola scontro, litigio fino a venire alle mani come avviene a volte nelle nostre città - prosegue il vescovo -. Quando vi ritrovate per parlare fatelo per aiutarvi, per sostenervi, perché ognuno di noi ha bisogno dell'altro. Nessuno si salva da solo. Mai nessuno contro un altro, altrimenti si rischia di diventare come delle tribù che finiscono per combattersi per difendere ciò che è loro. Purtroppo il mondo in cui viviamo è un mondo di tribù, si fatica a vivere insieme perché ogni gruppo difende se stesso, il proprio modo di pensare, il proprio territorio. Da qui nasce la violenza e diventa incontrollabile. La guerra non è che la conseguenza di questo modo dipensare, come vediamo in Ucraina. Thomas era inclusivo, non escludeva nessuno. Questa è la vita: non escludere nessuno dal tuo amore. Questa è l'unica via della felicità".