In Italia, nella settimana dal 20 al 26 gennaio, si sono registrati 38.168 nuovi contagi: 345 i morti. I tamponi effettuati sono stati 608.732 con una variazione di -11,4% rispetto a sette giorni fa e il tasso di positività è del 6,3% con una variazione di -1,3% (la settimana precedente era pari al 7,6%). Iss: rischio di malattia grave per la popolazione sopra i 12 anni e senza una diagnosi pregressa di infezione da SarsCoV2 è circa sette volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati
Report Aifa, prosegue netto calo prescrizioni pillole antivirali
Continua a mostrare un netto calo il trend delle prescrizioni di pillole antivirali anti-Covid in Italia. Secondo il 28esimo rapporto dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa sull'impiego di questi medicinali somministrabili a domicilio, nel periodo dal 19 al 25 gennaio le richieste di farmaco sono scese di oltre un terzo (-35%) per il molnupiravir (Lagevrio-) di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e di quasi un quarto (-24%) per Paxlovid- (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer.
Complessivamente, salgono a 179.203 i pazienti Covid curati a casa con molnupiravir e Paxlovid: finora i trattamenti avviati per Lagevrio sono stati 62.155 e quelli avviati per Paxlovid 117.048, di cui 78.335 attraverso la distribuzione per conto (Dpc) in farmacia, una voce quest'ultima che in 2 settimane appare stabile (+1,8% circa). Considerando i dati al 24 gennaio, si rileva rispetto all'ultimo rapporto un +1,7% per i trattamenti avviati con Paxlovid e un +1,3% per Lagevrio. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 331 strutture, Paxlovid in 343. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall'apertura del monitoraggio è quello del Lazio (7.988), mentre per Paxlovid in testa c'è la Lombardia (14.495).
Per quanto riguarda infine l'antivirale remdesivir, le voci sono due, entrambe in calo: risultano in totale 31.479 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+2,3% rispetto all'ultimo monitoraggio di 2 settimane fa) e 113.505 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+0,8%). Stringendo il focus agli ultimi 7 giorni monitorati (18-24 gennaio), per remdesivir si osserva una riduzione di oltre il 30% per i non ospedalizzati e del 33% per i ricoverati.
Complessivamente, salgono a 179.203 i pazienti Covid curati a casa con molnupiravir e Paxlovid: finora i trattamenti avviati per Lagevrio sono stati 62.155 e quelli avviati per Paxlovid 117.048, di cui 78.335 attraverso la distribuzione per conto (Dpc) in farmacia, una voce quest'ultima che in 2 settimane appare stabile (+1,8% circa). Considerando i dati al 24 gennaio, si rileva rispetto all'ultimo rapporto un +1,7% per i trattamenti avviati con Paxlovid e un +1,3% per Lagevrio. Finora Lagevrio è stato prescritto in un totale di 331 strutture, Paxlovid in 343. Il numero più alto di trattamenti avviati con la pillola di Merck dall'apertura del monitoraggio è quello del Lazio (7.988), mentre per Paxlovid in testa c'è la Lombardia (14.495).
Per quanto riguarda infine l'antivirale remdesivir, le voci sono due, entrambe in calo: risultano in totale 31.479 pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento con questa molecola (+2,3% rispetto all'ultimo monitoraggio di 2 settimane fa) e 113.505 pazienti ricoverati in ospedale trattati col medicinale (+0,8%). Stringendo il focus agli ultimi 7 giorni monitorati (18-24 gennaio), per remdesivir si osserva una riduzione di oltre il 30% per i non ospedalizzati e del 33% per i ricoverati.
Gen. Lepore (Nato), impegnati al massimo delle risorse
"Nella base Nato di Taranto conserviamo e manteniamo in efficienza assetti, soprattutto logistici, della Nato e siamo pronti a intervenire rapidamente in caso di emergenza. Per quel che riguarda l'emergenza Covid, siamo stati impegnati su vari fronti, non solo in Puglia ma anche all'estero e anche stavolta ci siamo prodigati al massimo delle nostre risorse". Lo ha detto il generale Renato Lepore, comandante del Southern Operational Centre (SOC) Nato, incontrando la direzione strategica dell'Asl di Taranto. Si è trattato di un momento di condivisione e ringraziamento per il supporto e la collaborazione offerti dalla Nato Support and Procurement Agency (Nspa) all'azienda sanitaria durante il periodo dell'emergenza sanitaria dovuta al Covid19 e durante la campagna vaccinale. Il direttore generale dell'Asl Gregorio Colacicco ha espresso grande riconoscenza al comandante Lepore "per il supporto logistico che la Nato ci ha fornito durante la pandemia. La loro disponibilità, unita alla grande professionalità e rapidità di esecuzione, ci ha permesso di avere delle soluzioni immediate all'emergenza". Il Southern Operational Centre Nato di Taranto ha supportato l'azienda sanitaria e, quindi, i cittadini grazie a numerose attività. Nel marzo 2021, grazie alle stampanti 3D, i tecnici Nato hanno realizzato i pezzi necessari per trasformare le maschere da snorkeling in maschere di ventilazione di emergenza, utilizzate poi nel reparto di Pneumologia. La Nato ha garantito inoltre supporto logistico fornendo tende e container per la realizzazione del "drive through" di Palagiano, per l'ospedale Moscati e per gli hub vaccinali alla scuola Renato Moro e all'Arsenale militare. Il fiore all'occhiello di questa collaborazione è stato l'hub vaccinale realizzato presso la SVAM (Scuola volontari dell'aeronautica militare): per quasi un anno, da marzo 2021 a febbraio 2022, ha permesso la somministrazione di circa 90mila vaccini.
Coronavirus in Italia, bollettino settimanale 27 gennaio: ancora in calo casi e decessi
Dal 20 al 26 gennaio sono stati registrati 38.168 nuovi casi di Covid e 345 morti: la settimana precedente erano stati rilevati 51.897 contagi e 495 decessi. Le vittime diminuiscono del 30,3% e scendono anche i casi di positività (-26,5%). Sono stati effettuati 608.732 tamponi, in calo del 11,4% rispetto alla settimana precedente (687.233). Il tasso di positività cala dell’1,3%, scendendo al 6,3%.
In Calabria 142 nuovi contagi, terapie intensive stabili, -1 ricoveri e 3 morti
Secondo i dati giornalieri relativi all’epidemia da Covid-19 comunicati dai Dipartimenti di Prevenzione delle Aa.Ss.Pp. della Regione Calabria, sono 142 i nuovi contagi registrati (su 1.923 tamponi effettuati), +301 guariti e 3 morti (per un totale di 3.294 decessi). Il bollettino, inoltre, registra -162 attualmente positivi, -1 ricoveri (per un totale di 130) e, infine, terapie intensive stabili (per un totale di 10).
Nel Lazio 24.569 positivi, 22 in terapia intensiva
Sono 24.569 le persone attualmente positive a Covid-19 nel Lazio, di cui 532 ricoverate, 22 in terapia intensiva e 24.015 in isolamento domiciliare. Dall'inizio dell'epidemia i guariti sono 2.322.656, i morti 12.677, su un totale di 2.359.902 casi esaminati, secondo il bollettino aggiornato della Regione Lazio.
Il bollettino: in Italia 38.168 casi e 345 decessi in ultima settimana, -26,5% e -30,3%
In Italia, nella settimana dal 20 al 26 gennaio, si sono registrati 38.168 nuovi casi di Covid-19, in calo del 26,5% rispetto alla settimana precedente (quando erano 51.897). Sono stati 345 i decessi in sette giorni, in calo del 30,3% rispetto alla settimana precedente (quando erano 495). Sono i dati del bollettino settimanale del ministero della Salute che fotografano l'andamento della situazione epidemiologica da Covid-19.
Pregliasco: "Quadro migliore, ma pandemia non finisce per decreto"
Oggi il comitato dell'Organizzazione mondiale della sanità che treanni fa ha dichiarato Covid un'emergenza sanitaria internazionale si riunisce per decidere se va declassato. Ma "la pandemia non finisce per 'decreto'", commenta all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano. "Ora siamo in una fase di andamento endemico" e si prospettano "presumibilmente andamenti ciclici nel tempo", sottolinea l'esperto confermando tuttavia che "sicuramente la situazione complessiva è migliorata, almeno sul versante europeo, ma non solo. Ormai osserviamo una capacità generale dei servizi sanitari di gestire la problematica. Come sempre ci si abitua al rischio e un rischio aggiuntivo" - evidenzia comunque Pregliasco - "c'è".
Riunito Comitato Oms su fine emergenza internazionale
Covid-19 potrebbe non essere più un'emergenza globale di salute pubblica. A valutarlo è il Comitato emergenze dell'Organizzazione mondiale della sanità, che si riunisce oggi per affrontare la questione. Era fine gennaio del 2020 quando l'Oms ha dichiarato l'epidemia di coronavirus in Cina 'emergenza sanitaria internazionale', proprio su indicazione del Comitato, che sul Covid si era riunito per la prima volta il 22 e il 23 gennaio per analizzare la minaccia rappresentata dal nuovo virus che si stava diffondendo rapidamente dall'epicentro cinese. Tre anni dopo la situazione è molto diversa, il virus circola ancora e continua a fare vittime, ma misure di mitigazione, farmaci e soprattutto i vaccini hanno cambiato lo scenario. E all'inizio del 2023, il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra, si è sbilanciato: "Credo e spero che, con i giusti sforzi, questo sarà l'anno in cui l'emergenza sanitaria pubblica terminerà ufficialmente". Ora la palla passa agli esperti del Comitato, che comunicheranno le loro conclusioni a Tedros, a cui spetta la decisione finale. Se Covid-19 non sarà declassato ora, la dichiarazione di fine emergenza internazionale dovrebbe arrivare fra tre mesi, quando il Comitato tornerà a riunirsi per riesaminare la situazione, come prevede il regolamento.
Ricciardi: "Prorogare test su arrivi da Cina, situazione ancora instabile"
"Vedrei bene" una proroga dei test Covid per chi arriva con voli diretti dalla Cina. "Nonostante in Italia i numeri siano positivi, c'è comunque una situazione molto instabile a livello internazionale, particolarmente in Cina e negli Stati Uniti. Perciò tutto quello che serve per testare, tracciare, stare all'erta e intervenire precocemente è utile". È la visione di Walter Ricciardi, docente d'Igiene all'università Cattolica di Roma, espressa all'Adnkronos Salute oggi a margine di un evento nella sede milanese dell'ateneo, il convegno 'L'Università Cattolica al suo secondo secolo di vita. Alcune linee di ricerca'. Mentre si avvicina la data della scadenza della misura disposta nelle settimane scorse quando il gigante asiatico era nel pieno di un'ondata di contagi, l'esperto è dell'idea che si debba proseguire sulla linea dei controlli. "Purtroppo" - osserva - "la Cina ha fatto questa virata che ha messo in gran difficoltà in primo luogo loro. Perché, anche se non abbiamo dati ufficiali, i morti sono migliaia e i contagiati sono milioni. E tutto questo con la mobilità significa trasferire tale situazione di precarietà ad altri Paesi".
Ricciardi: "Situazione migliora, ma con campagna vaccinale attiva avremmo meno morti"
"La situazione Covid sotto un certo punto di vista è in miglioramento. È chiaro che abbiamo ancora troppi morti. E questo chiaramente è frutto del fatto che soprattutto in alcune fasce d'età - penso agli ultraottantenni e agli ultrasettantenni - le persone che hanno fatto la quarta e la quinta dose sono ancora una minoranza assoluta". A sottolinearlo all'Adnkronos Salute è Walter Ricciardi, docente d'Igiene all'Università Cattolica di Roma, oggi a margine di un evento nella sede milanese dell'ateneo, il convegno 'L'Università Cattolica al suo secondo secolo di vita. Alcune linee di ricerca'.
Per l'esperto anziani e fragili devono proteggersi. "Queste persone" - evidenzia - purtroppo quando si ammalano possono avere conseguenze gravi e andare incontro a ospedalizzazione e morte. E sono tutte morti che in larga parte potremmo evitare se facessimo una campagna vaccinale un po' più attiva, cioè raggiungere le persone invece di aspettare che le persone ci raggiungano".
Per l'esperto anziani e fragili devono proteggersi. "Queste persone" - evidenzia - purtroppo quando si ammalano possono avere conseguenze gravi e andare incontro a ospedalizzazione e morte. E sono tutte morti che in larga parte potremmo evitare se facessimo una campagna vaccinale un po' più attiva, cioè raggiungere le persone invece di aspettare che le persone ci raggiungano".
Covid, Pregliasco: numeri in calo, nessun effetto Usa o Cina
"La situazione in Italia e in Europa è in calo evidente. Anche se il numero di nuovi casi di Covid-19 è sottostimato, i dati oggettivi - quelli relativi ai ricoveri e alle terapie intensive - sono in discesa. C'è stato una piccola ripresa nelle festività che ora sta andando verso il basso. Nè si rileva un aumento dei contagi legata ai casi in Usa e Cina, anche se è ancora presto per valutare gli effetti del capodanno cinese". Così all'ANSA Fabrizio Pregliasco, professore associato di Igiene Generale e Applicata, Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'IRCCS Ospedale Galeazzi, l'andamento della pandemia. Per Pregliasco, "rimane qualche dubbio sulle nuove varianti, Kraken e Orthrus, che sembrano essere immuno-evasive e avere anche maggiori capacità di contagio, ma per ora non si osserva nessun effetto". Per il lungo periodo, invece, Pregliasco prevede una progressiva normalizzazione: "è chiaro che ci sarà ancora la presenza del virus, ma si tratterà di ondate che andranno sempre più a ridursi per frequenza e intensità, come le onde causate da un sasso in uno stagno. Ciò grazie all'immunità che abbiamo acquisito con vaccinazioni e infezioni precedenti", conclude Pregliasco.
Covid: in Toscana 278 nuovi casi e nessun decesso
Sono 278 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime ventiquattro ore in Toscana: 46 sono stati confermati con tampone molecolare e gli altri 232 con test rapido. Il numero dei contagiati rilevati nella regione dall'inizio della pandemia sale dunque a 1.581.670. I nuovi casi sono lo 0,02% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono dello 0,1% (1.965 persone) e raggiungono quota 1.511.736 (95,6% dei casi totali)
Covid: Fda sospende uso mix anticorpi: non è attivo su nuove varianti
Il mix di anticorpi monoclonali anti-Covid Evusheld- (tixagevimab-cilgavimab) "non è più autorizzato per l'utilizzo negli Stati Uniti fino a nuovo avviso". Lo ha comunicato l'Agenzia americana del farmaco Fda, che ha rivisto l'autorizzazione all'uso di emergenza Eua del prodotto - impiegato anche in Italia contro Sars-CoV-2, sia in terapia sia in profilassi - decidendo di "limitarne l'uso a quando la frequenza combinata di varianti non sensibili" al mix "è inferiore o uguale al 90%". I dati, spiega infatti la Fda, indicano come "improbabile" che Evusheld sia attivo contro alcune varianti di Sars-CoV-2 che si prevede siano responsabili di oltre il 90% delle attuali infezioni Covid registrate negli Usa
Covid, Iss, incidenza in calo a 65 casi ogni 100mila abitanti
Continuano a migliorare i numeri Covid in Italia. E' "in calo l’incidenza settimanale a livello nazionale: 65 ogni 100.000 abitanti (20-26 gennaio) contro 88 ogni 100.000 abitanti (13 -19 gennaio)". Lo sottolinea il report con i dati principali Covid del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. L'indice di trasmissibilità Rt questa settimana (4 –17 gennaio) "è in diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto la soglia epidemica, pari a 0,73", sottolinea. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero "è in diminuzione e rimane sotto la soglia epidemica Rt=0,70 (0,67-0,72) al 17 gennaio contro Rt=0,78 (0,76-0,81) al 10 gennaio", precisa il report.
Maruotti (Lumsa): "Ci stiamo avvicinando alla fine"
"Siamo ormai vicini ad una fase di convivenza con il Covid ampiamente gestibile. La discesa dei parametri è molto rapida e siamo tornati sul trend pre-natalizio. Mi pare evidente che monitorare l'incidenza ha poco senso perché le persone non si tamponano più, è importante invece osservare la diminuzione degli accessi in terapia intensiva e nei reparti ordinari perché sono gli indicatori più robusti dell'endemia. Addirittura, l’incidenza dell’influenza è maggiore di quella del Covid in questa settimana. Insomma, ci siamo avvicinano alla fine ma c'è sempre un però legato alle varianti". Così all'Adnkronos Salute Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell'Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19, gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid 19, commenta i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. "Abbiamo notato che alcune ricombinazioni di varianti passate sono più infettive del loro ceppo originale e questo potrebbe far ripartire ma al momento non ci sono varianti registrate che ci fanno temere una ripresa del Covid", precisa. Ma sulla possibilità che si arriverà a zero casi Covid, Maruotti è chiaro: "Non ci sarà la fase zero-Covid, la riduzione dei contagi e dell'occupazione dei posti letto non sarà infinita - conclude - Ci sarà un certo numero di casi ma molto basso".
Usa: in standby anticorpo preventivo AstraZeneca
La Food and Drug Administration americana ha sospeso l'autorizzazione del farmaco di AstraZeneca Evusheld, usato per prevenire Covid-19. Il medicinale, che contiene gli anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab, ha una scarsa efficacia contro le varianti circolanti in questa fase della pandemia. Secondo l'agenzia americana, in questo momento oltre il 90% delle infezioni che hanno luogo negli Stati Uniti sono dovute a varianti che non rispondono al farmaco. "L'azione odierna - spiega l'Fda - impedisce di esporre i pazienti a possibili effetti collaterali di Evusheld come reazioni allergiche, che possono essere potenzialmente gravi, in un momento in cui meno del 10% delle varianti circolanti negli Stati Uniti sono suscettibili al prodotto". L'azienda produttrice ha fatto sapere con una nota che l'Fda ha rassicurato che l'autorizzazione sarà ripristinata se la prevalenza delle varianti resistenti al farmaco dovesse nuovamente scendere al di sotto del 90%. Per questa ragione l'agenzia americana ha raccomandato "che le strutture e i fornitori conservino tutto il prodotto nel caso in cui le varianti SarsCoV2 neutralizzate da Evusheld diventino più diffuse negli Stati Uniti in futuro".
Iss: Rt in diminuzione a 0,73
L'indice di trasmissibilità Rt questa settimana (4 –17 gennaio) "è in diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto la soglia epidemica, pari a 0,73". Lo sottolinea il report con i dati principali Covid del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero "è in diminuzione e rimane sotto la soglia epidemica Rt=0,70 (0,67-0,72) al 17 gennaio contro Rt=0,78 (0,76-0,81) al 10 gennaio", precisa il report.
Iss: incidenza in calo a 65 casi ogni 100mila abitanti
Continuano a migliorare i numeri Covid in Italia. E' "in calo l’incidenza settimanale a livello nazionale: 65 ogni 100.000 abitanti (20-26 gennaio) contro 88 ogni 100.000 abitanti (13 -19 gennaio)". Lo sottolinea il report con i dati principali Covid del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.
Iss: tasso occupazione intensive in calo al 2,1%
I ricoveri in terapia intensiva Covid sempre più sotto controllo. "Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo al 2,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 26 gennaio) contro il 2,3% (rilevazione al 19 gennaio)". Lo sottolinea il report con i dati principali Covid del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.
Iss: tasso occupazione aree mediche scende al 6,4%
Scendono i ricoveri Covid in ospedale. "Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 6,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 26 gennaio) contro il 7,9% (rilevazione giornaliera al 19 gennaio)". Lo evidenzia il report con i dati principali Covid del monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute.