Specializzanda aggredita in ospedale a Udine, verso direttiva su forze ordine in corsia

Cronaca
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Le aggressioni in corsia sono "un fenomeno in crescita e sempre più insopportabile, che va arginato inviando nelle strutture ospedaliere le Forze dell'Ordine per garantire l'ordine pubblico" dice Guido Quici, presidente della Federazione Cimo Fesmed. Il ministero verso direttiva su interventi rapidi delle forze dell'ordine in corsia 

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"Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, si farà promotore presso il Governo di una iniziativa per l'emanazione di una direttiva specifica da parte del Ministero dell'Interno a tutte le Prefetture, per procedere in tempi certi e rapidi alla stipula dei protocolli operativi con le Aziende sanitarie per garantire interventi rapidi delle forze odine in caso di aggressioni". A renderlo noto il presidente della Federazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore, che oggi ha incontrato il ministro Schillaci per un confronto sulla questione delle aggressioni in corsia. 

 

La specializzanda aggredita a Udine

L'ultimo dei tanti episodi di violenza ai danni di sanitari è avvenuto in un ospedale di Udine (COSA E' SUCCESSO) dove la specializzanda friulana Adelaide Andriani, è stata assalita, arrivando per questo a decidere di cambiare mestiere e “decidere di fare altro”, come ha comunicato lei stessa al vicegovernatore della Regione Riccardo Riccardi.

 

Il sindacato: "Fenomeno in crescita insopportabile"

Le aggressioni in corsia sono "un fenomeno in crescita e sempre più insopportabile, che va arginato inviando nelle strutture ospedaliere le Forze dell'Ordine, eventualmente anche l'esercito, per garantire l'ordine pubblico" denuncia anche il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed che per tutelare il personale sanitario dalla violenza propone l'operazione ‘Ospedali sicuri’.

Esercito negli ospedali?

“Le aggressioni che si verificano negli ospedali di tutta Italia ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari, spiega Guido Quici, presidente della Federazione Cimo Fesmed, "sono ormai all'ordine del giorno". "Militarizzare i luoghi di cura potrà apparire una misura esagerata, ma ci troviamo di fronte ad un'emergenza che richiede un intervento straordinario. Proponiamo allora l'avvio di un'operazione 'Ospedali sicuri', sulla scia di 'Strade sicure', per tutelare il personale sanitario e disincentivare le azioni violente". Vista "la grave crisi che sta investendo il Servizio sanitario nazionale, con liste d'attesa infinite, pronto soccorso affollati, carenza di posti letto e di personale ed assistenza territoriale limitata, la situazione - conclude Quici - non potrà che peggiorare. Dunque l'esasperazione e la rabbia dei pazienti non potranno che aumentare, insieme al rischio di un aumento delle azioni violente".

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La replica

"L'Italia – sottolinea Cocer dell'Esercito, con il delegato Gennaro Galantuomo - è un paese abituato a fronteggiare le emergenze con l'Esercito. Siamo esecutori di ordini, ma l'importante è che vengano date consegne specifiche, altrimenti sarebbe imbarazzante svolgere funzioni che di solito svolgono le forze di polizia". E ancora: Siamo esecutori di ordini e siamo pronti a fronteggiare qualsiasi evenienza, ma è proprio necessario che sia l'Esercito a occuparsi di queste mansioni? Anche perché distoglieremmo gli uomini da altri incarichi". 

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