Le navi delle ong costrette ad andare al nord per far sbarcare i migranti salvati. Una situazione cronica che si ripete ormai da vent’anni. Un fenomeno che non si riesce ad arrestare e che, purtroppo, non si riesce a gestire in maniera programmatica
Morti in mare. Cadaveri restituiti dalle onde. Centro di accoglienza perennemente sovraffollato. Parole che raccontano una emergenza che, in realtà, emergenza più non è. È più una situazione cronica che si ripete ormai da vent’anni.
Un fenomeno che non si riesce ad arrestare e che, purtroppo, non si riesce a gestire in maniera programmatica.
Soltanto nei primi 9 giorni del 2023 sono già quattro le morti registrate nel canale di Sicilia di cui si è avuta notizia. Tre adulti ed una bambina di appena un anno e mezzo. Annegati, inghiottiti dalle onde, prima che arrivassero i soccorsi. Poi ci sono i naufragi “fantasma” quelli di cui non si hanno notizie ma che purtroppo, come sottolineano le Ong, sono tantissimi. Telefonate che arrivano da barchini in difficoltà che non vengono mai più intercettati.
A Lampedusa si registra sempre il maggior numero di arrivi di migranti. Nelle ultime settimane ci sono stati sbarchi autonomi praticamente tutti i giorni. Il maggior numero di persone ha dichiarato di essere partito dal porto tunisino di Sfax. In tanti giunti però anche dalla rotta libica.
Il centro di accoglienza di contrada Imbriacola, è costretto a gestire numeri da capogiro. Può contenere al massimo 400 persone ed arrivato ad ospitarne, per giorni, anche 1300. I trasferimenti disposti dal ministero dell’interno e dalle prefetture ci sono. Ma le procedure sono spesso lente e farraginose.
Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha chiesto leggi speciali per l’isola lasciata da sola - dice – a gestire questa emergenza. Poi ha invitato il ministro Matteo Piantedosi a visitare l’hotspot per rendersi conto di persona della situazione diventata insostenibile.
Poi c’è il capitolo relativo alle Ong che continuano a pattugliare il canale di Sicilia in operazioni di ricerca e soccorso di migranti. Ad ogni salvataggio inizia il braccio di ferro con le autorità italiane per il porto di sbarco. La nuova direttiva del governo è quella di assegnare porti di sbarco lontani dal luogo di salvataggio. In queste ore infatti le navi di Sos Mediterranèe e di Medici Senza Frontiere stanno facendo rotta verso il porto di ancona. Cinque giorni di viaggio dal canale di Sicilia. Un metodo – sostengono le organizzazioni umanitarie – per cercare di creare un disagio logistico ed economico.
Le condizioni del mare nel canale di Sicilia, in queste oe, sono date in netto peggioramento e questo dovrebbe scoraggiare le partenze dei barconi dall’Africa verso l’Europa. Ma non appena il tempo torna ad essere buono i viaggi riprendono immediatamente. E i numeri degli arrivi e dei morti, purtroppo, riprendono a salire.