Mafia, a Palermo processioni monitorate e "inchini" ai boss vietati

Cronaca

Raffaella Daino

Il  questore Laricchia traccia un bilancio delle attività della polizia nel capoluogo siciliano nel 2022. Non solo lotta a crimine organizzato, baby gang, rapine e spaccio.  La Questura si è concentrata anche sul contrasto a fenomeni come l'apologia della mafia, attraverso le canzoni di artisti neomelodici e a forme di ossequio ai boss negli eventi religosi, come gli "inchini" davanti alle case di boss e pregiudicati per mafia durante le processioni

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"Bisogna essere molto cauti nel dire che Cosa nostra ha perso la sua forza. Direi, piuttosto, che si è 'rimessa in discussione', ha capito dove potersi sommergere e dopo poter emergere. E' un'organizzazione criminale con una storia più che centenaria, che esiste e che non è sconfitta. L'auspicio, per usare le parole di Falcone, è che come tutti i fenomeni umani possa avere una fine. Quello che è certo è che l'attenzione repressiva è massima per disarticolare continuamente i mandamenti".

Così il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, incontrando la stampa per il tradizionale scambio di auguri di fine anno, occasione anche per fare il "punto" sulla situazione con gli organi di informazione.

Questore Laricchia: 207 processioni monitorate nel 2022, vietati gli "inchini"

Fondamentale anche evitare ogni forma di ossequio a esponenti di Cosa nostra, ad esempio attraverso gli eventi religiosi. "Sono state 207 le processioni monitorate nel 2022 tra la città di Palermo e la provincia. In particolare l'attenzione si è concentrata sugli itinerari da percorrere. In un caso, a Cerda, abbiamo disposto il cambio di percorso in altri, 7 o 8 a Palermo, abbiamo invece imposto il divieto di fermata, cioè i cosiddetti 'inchini' (GUARDA IL VIDEO) dinanzi a casa di pregiudicati per mafia, in particolare o della sosta dinanzi l'abitazione di boss. A Cerda è stato cambiato il percorso mentre a Palermo è stata impedita la sosta".  "Dopo i fatti degli anni precedenti - ha spiegato -  in accordo con le curie di Palermo, Monreale e Cefalù, chi organizza un evento religioso deve comunicarlo alla Questura. Abbiamo quindi 'mappato' tutti i luoghi dei percorsi facendo grande attenzione alle abitazioni di pregiudicati e boss".

Attenzione massima anche sul fenomeno dei neomelodici e dell'apologia della cultura mafiosa. "Non si può consentire l'esaltazione di una certa cultura. Per alcuni cantanti ho emesso l'avviso orale e per altri ho ordinato che non venissero eseguiti alcuni testi", ha aggiunto il questore.

L'attività della Questura si è concentrata, oltre che sul contrasto alla criminalità mafiosa, anche su reati come risse, rapine, furti. "Abbiamo cercato di contrastare il fenomeno della gang Arab-zone - ha spiegato il questore - composta in gran parte da minorenni che agivano nel centro storico terrorizzando ragazzi e ragazze". 

Un altro fenomeno che - al pari degli stupefacenti - desta l'attenzione della polizia è quello della grande diffusione di alcolici, soprattutto tra i minorenni: "molte risse dentro e fuori dai locali vengono determinate anche da questo". "In due casi - ha concluso - sono stati denunciati soggetti che hanno venduto alcolici a minori di 16 anni ed ho disposto la chiusura e il contestuale ritiro definitivo della licenza".    

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