Ischia, Geologi Marche: "Impensabile ricostruire com’era e dov’era"
Incuria, mancata pianificazione, ma soprattutto scarso coraggio di operare scelte impopolari ma necessarie. Sono questi gli ingredienti di quanto accaduto a Ischia. La pioggia e le frane che essa ha causato sono eventi naturali che, in un territorio estremamente delicato come quello dell’isola, sono tutt’altro che inattesi. E che a causa del cambiamento climatico saranno sempre più frequenti”. Queste le parole di Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, a poche ore dalla frana che ha colpito l’isola campana. “Sono passati poco più di due mesi dall’alluvione nelle Marche e già ci troviamo a commentare, un’altra volta, tragedie evitabili e a parlare di mancata prevenzione - continua Farabollini, adesso è il momento di cercare i dispersi. Ma terminata questa delicata fase bisognerà rimboccarsi le maniche e affrontare temi spinosi: manutenzione del territorio e lotta all’abusivismo edilizio. Che, sia chiaro, sono argomenti prioritari a Ischia così come in buona parte del nostro Paese. Dal sisma 2016 del centro Italia abbiamo imparato, nostro malgrado, un’importante lezione: è ora di superare lo slogan della ricostruzione “com’era, dov’era” e iniziare a pianificare in modo più razionale e responsabile. Laddove necessario bisogna delocalizzare gli edifici e allontanarli dalle aree a maggior rischio, che a Ischia non sono poche, visto che stiamo parlando di un’isola vulcanica caratterizzata da rilievi coperti da uno strato superficiale altamente soggetto a frane. Ricostruire, anche altrove se necessario, è doveroso e soprattutto fattibile. Sappiamo come e dove farlo: per Ischia, come per tutta la penisola italiana, esiste una mappa della pericolosità delle frane che indica in modo chiaro dove non si dovrà più ricostruire, né permettere nuovi insediamenti. Le frane torneranno a verificarsi, a Ischia e in tutto il Paese. Se queste continueranno a spargere lutti oppure no, saranno le azioni degli amministratori locali e nazionali a stabilirlo” conclude il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche Piero Farabollini.