Saman Abbas, si attendono gli esiti del Dna. Il fidanzato: “Spero sia fatta giustizia”

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Potrebbero volerci giorni per accertare che i resti trovati in un ex caseificio siano quelli della ragazza scomparsa da Novellara dalla notte tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021 e che, secondo l’accusa, sarebbe stata uccisa dai suoi familiari. “La notizia del ritrovamento di un corpo vicino a casa di Saman mi riempie di dolore e tristezza. Fino all'ultimo momento ho vissuto con la speranza che fosse ancora viva”, ha detto il fidanzato tramite il suo legale

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"Sono soddisfatto per l'arresto di Shabbar, ma la notizia del ritrovamento di un corpo vicino a casa di Saman mi riempie di dolore e tristezza. Fino all'ultimo momento ho vissuto con la speranza che fosse ancora viva". Così il fidanzato di Saman Abbas, tramite il suo avvocato Claudio Falleti, ha commentato il ritrovamento di quello che potrebbe essere il cadavere della ragazza pakistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio 2021 e che, secondo l’accusa, sarebbe stata uccisa dai suoi familiari. Per l’identificazione certa si attende, nei prossimi giorni, la conferma dal Dna.

Il fidanzato: “Spero sia fatta giustizia e che i responsabili paghino”

"Aspettiamo le analisi della polizia scientifica. Se il corpo ritrovato fosse di Saman desidererei che avesse una degna sepoltura, è rimasta anche fin troppo tempo in un posto inospitale - dice ancora il fidanzato di Saman Abbas - Spero sia fatta giustizia e che i responsabili paghino per quello che hanno fatto. Chiedo un po' di privacy in un momento così difficile e delicato". "É molto provato - detto il legale del ragazzo - da quando gli ho comunicato la notizia, attendiamo insieme il proseguo, monitorando gli sviluppi della situazione. Attendiamo e speriamo che anche Shabbar (il padre di Saman, ndr) possa essere consegnato alla giustizia e che venga sottoposto a un regolare processo in Italia. In egual misura auspico che anche la moglie venga arrestata, ciò rappresenterebbe processualmente l'inizio delle attività con tutti gli imputati presenti in modo che ognuno venga giudicato per le proprie responsabilità".

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Lo zio di Saman avrebbe indicato agli inquirenti dove si trovava il corpo

Sarebbe stato lo zio di Saman, Danish Hasnain, a indicare dov’era sepolta la ragazza. L’uomo venerdì, accompagnato dalla polizia penitenziaria, avrebbe lasciato il carcere di Reggio Emilia e raggiunto il casolare diroccato in via Reatina, dicendo dov’era stato nascosto il corpo. Danish, 34 anni e fratello del padre di Saman, Shabbar Abbas, è considerato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia l'esecutore materiale del delitto. Colui che, secondo il racconto agli inquirenti fornito dal fratello minorenne di Saman, avrebbe strangolato la ragazza. Lo stesso che in una chat aveva scritto a una conoscente, poco dopo l'omicidio: "Abbiamo fatto un lavoro fatto bene". Danish era poi fuggito all'estero insieme a due cugini, indagati con lui, passando la frontiera nel cassone di un camion con un gruppo di migranti ed era stato il secondo dei tre a essere preso, a settembre 2021 a Nord di Parigi. Come gli altri due, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, è stato consegnato all'Italia e si trova in carcere. E come gli altri due, aveva fin qui detto di non aver nulla a che fare con la sparizione di Saman. Ma nei giorni scorsi, non è chiaro se prima o in seguito all'arresto di Shabbar in Pakistan, qualcosa sarebbe cambiato.

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Il luogo del ritrovamento

L'ex caseificio indicato da Danish Hasnain è a meno di mezzo chilometro dall'azienda agricola dove la famiglia Abbas viveva e lavorava. L’edificio è stato messo in sicurezza dai Ris, ma per l'esumazione bisognerà attendere qualche giorno. Come spiegato dal procuratore Gaetano Calogero Paci, sarà necessario fare richiesta di incidente probatorio urgente alla Corte di Assise per procedere con una perizia nel contraddittorio delle parti, dal momento che è già fissato il processo. Saranno dunque i giudici a nominare un perito per dare il via alle operazioni che prevederanno anche l'estrazione del Dna. I tempi potrebbero allungarsi ancora dal momento che gli atti dovranno essere notificati in Pakistan a Shabbar, che non è più latitante, mentre l'unica ricercata rimane la moglie (e madre di Saman) Nazia Shaheen.

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