Ucciso a colpi di arma da fuoco Vittorio Boiocchi, capo ultras dell'Inter

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Il 69enne, pluripregiudicato, è stato colpito mentre si trovava per strada. Trasportato all'ospedale San Carlo, è morto subito dopo il ricovero. In corso le indagini della squadra mobile. La notizia dell’uccisione è arrivata durante la partita tra i nerazzurri e la Sampdoria a San Siro: la Curva Nord ha reagito prima restando in silenzio, poi alcuni tifosi hanno abbandonato gli spalti

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Vittorio Boiocchi, 69enne storico capo ultras dell'Inter, è stato ucciso la sera di sabato a Milano. L’uomo – pluripregiudicato, secondo quanto ha spiegato la polizia - è stato colpito da diversi colpi di arma da fuoco mentre si trovava per strada. Trasportato all'ospedale San Carlo, è morto subito dopo il ricovero. In corso le indagini della squadra mobile.

L’agguato

Boiocchi è stato ucciso a colpi di pistola mentre si trovava sotto casa, nel quartiere Figino. L’agguato è avvenuto poco prima delle 20. A dare l’allarme sono stati alcuni passanti. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato colpito da almeno tre proiettili al torace e al collo. È arrivato in ospedale, dove poi è deceduto, in condizioni disperate.

Chi era Vittorio Boiocchi

Vittorio Boiocchi era uno storico capo ultras dell'Inter. Come ha spiegato la polizia, l’uomo aveva un passato di condanne e denunce. Boiocchi, secondo quanto riportato  dalle agenzie di stampa, aveva trascorso oltre 26 anni in carcere, l'ultima volta era stato arrestato nel 2021 dalla Squadra mobile per una  tentata estorsione ai danni di un imprenditore.

Curva Nord lascia San Siro

La notizia dell’uccisione di Boiocchi è arrivata mentre l’Inter stava giocando a San Siro la partita contro la Sampdoria. La Curva Nord nerazzurra ha reagito prima restando in silenzio, senza esporre striscioni e intonare cori. Poi "i Boys" hanno abbandonato gli spalti - il secondo anello - durante l'intervallo.

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