È solo uno dei dati più preoccupanti emersi dal report "Ocse Education at a Glance 2022", la più importante fonte sullo stato dell'istruzione nel mondo
Negli ultimi 20 anni in Italia il numero di giovani tra i 25 e i 34 anni con un titolo di istruzione universitaria è cresciuta più lentamente rispetto alla media dei paesi Ocse. Il nostro Paese resta uno dei 12 in cui la laurea non è ancora il titolo di studio più diffuso. Laurea che però in Italia garantisce, in misura minore rispetto agli altri paesi, migliori livelli di occupazione e retribuzione.
I dati sull'istruzione, comparati agli altri paesi del mondo, presentati da Save the Children e Fondazione Agnelli- offrono una panoramica dello stato nel nostro paese della scuola e dell'università. Con un capitolo a parte che analizza l'impatto della pandemia sull'educazione di bambini e ragazzi. Durante la pandemia, anche le assenze degli insegnanti hanno influito sul regolare funzionamento delle scuole, a causa sia dei contagi da COVID-19 sia della quarantena preventiva. In Italia, le assenze degli insegnanti sono aumentate considerevolmente, di oltre il 5%, tra gli anni scolastici 2019/20 e 2021/22.
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Ombre ma anche luci. Su tutte la percentuale di bimbi fra i 3 e i 5 anni che frequentano la scuola dell’infanzia è al di sopra della media Ocse così come la spesa cumulativa per il singolo studente della scuola dell'obbligo. Mentre siamo decisamente agli ultimi posti per quanto riguarda la spesa per studente universitario.
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Maglia nera per gli stipendi dei docenti delle scuole primarie e secondarie che rendono sempre di più questo mestiere meno attraente per i neolaureati. Crescono anche i neet, i giovani adulti che non hanno lavoro e non studiano. La quota tra i 25 e 29 anni in Italia dopo il 31,7% durante la pandemia del 2020 è arrivata al 34,6% nel 2021. Restano importanti le differenze tra le lauree. Nel 2021 il tasso di occupazione in medicina e professioni sanitarie era del 89% contro il 69% delle discipline artistiche. E è importante anche il gender gap. Nel 2021 in Italia solo il 31% delle donne in possesso di un titolo d’istruzione inferiore al diploma di scuola superiore erano occupate, contro una media UE del 40%, mentre fra le donne laureate il tasso di occupazione era del 70%, a fronte di una media UE, dell’83%. Per gli uomini, invece, le differenze sono assai meno marcate: si va dal 64% per chi ha un livello d’istruzione inferiore al diploma secondario poco inferiore alla media UE, 66%, al 71% per i maschi laureati con una media UE dell’88%.
In Italia, la spesa pubblica per l'istruzione da primaria a terziaria è stata pari al 7,4% della spesa pubblica totale, un valore inferiore alla media dell'OCSE (10,6%). Inoltre, in rapporto al PIL, il dato della spesa pubblica per l'istruzione da primaria a terziaria (3,6%) è inferiore a quello della media dell'OCSE (4,4%).