Dalle cene al lume di candela ai filmati in mutande fino ancora a bollette esposte come quadri. Sono migliaia i ristoratori in tutta Italia che protestano contro il caro dell’energia. Secondo i numeri dell’Ufficio studi di Confcommercio, sono a rischio 370mila posti di lavoro con una stima di 120mila imprese del terziario colpite
Dalle cene al lume di candela ai filmati in mutande fino ancora a bollette esposte come quadri. Sono migliaia i ristoratori in tutta Italia che protestano contro il caro dell’energia. Secondo i numeri dell’Ufficio studi di Confcommercio, sono a rischio 370mila posti di lavoro con una stima di 120mila imprese del terziario colpite. Tra i settori più esposi ai rincari c’è il comparto alimentare, la ristorazione e la filiera turistica, con utenze tre volte più care rispetto al 2022. E mentre il neonato collettivo “Non paghiamo” lancia una campagna di sottoscrizioni che mira allo sciopero dei pagamenti, Confcommercio lancia “Bollette in vetrina”, un’iniziativa che invita i gestori a esporre al pubblico le quietanze del gas e della luce.
Il caro-energia
“Con aumenti dei costi dell’energia del 300% - spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe-Confcommercio - si lavora con una pistola puntata alla tempia. Se il governo non interviene, o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti, perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che vorremmo evitare”. In Umbria (a Perugia, Terni, Assisi, Bastia, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Gualdo, Marsciano, Norcia, Spoleto e Umbertide), ristoratori, albergatori e negozianti hanno aderito all’iniziativa della Confcommercio regionale “Non spegnete l’Italia, non spegnete il futuro” e sono scesi in strada per un “falò delle bollette”. Diversi locali in tutta la Penisola hanno deciso di risparmiare riproponendo le cene a lume di candela. Al Caffè Terzi, uno dei bar più rinomati di Bologna, luci sempre spente con tanto di cartello chiarificatore che spiega: “Protestiamo contro gli aumenti esorbitanti dei costi di energia elettrica”.
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Ristorantori "in mutande"
Cero gigante per Sant’Antonio a Padova dove negozianti e imprenditori hanno pregato assieme al rettore della Basilica chiedendo di intervenire per frenare il caro bollette che sta mettendo in ginocchio le imprese venete. Uno dei titolari del ristorante-pizzeria Chaplin di Garbagnate Milanese è rimasto letteralmente in mutande come segno di protesta: “Il governo pensa solo alla guerra in Ucraina e alle elezioni di settembre” dice in un video postato sul suo profilo Facebook denunciando un aumento delle sue utenze di oltre 5mila euro. “Ci promettono la dentiera, il ponte sullo Stretto e la flat-tax. La flat-tax non la pagherà nessuno perché saremo già tutti morti”.