Nella relazione per il primo semestre 2021, la Direzione investigativa antimafia spiega che è sceso il numero degli omicidi di tipo mafioso (da 9 a 2), così come sono calate le associazioni di tipo mafioso (da 77 a 57). Mentre la propensione a inquinare l'economia legale trova conferma nell'incremento delle segnalazioni di operazioni sospette e delle interdittive antimafia
Da un lato meno azioni cruente e comportamenti in grado di provocare allarme sociale, dall'altro "la tendenza dei sodalizi mafiosi a una progressiva occupazione del mercato legale". È questo lo schema tracciato dalla Dia nella relazione per il primo semestre 2021. Scende il numero degli omicidi di tipo mafioso (da 9 a 2), così come calano le associazioni di tipo mafioso (da 77 a 57). Mentre la propensione a inquinare l'economia legale trova conferma nell'incremento delle segnalazioni di operazioni sospette e delle interdittive antimafia.
Infiltrazioni nelle procedure di gara e appalti
La Direzione investigativa antimafia sottolinea una sempre maggiore attenzione posta sulle possibili infiltrazione nelle procedure di gara ed appalti, ma rivela anche come "nonostante negli ultimi due anni si sia verificato un inevitabile rallentamento delle attività imprenditoriali a causa della pandemia, appare sempre maggiore l'interesse delle organizzazioni criminali per l'accaparramento di commesse ed opere pubbliche". "L'immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie potrebbe incidere, mediante le attività di riciclaggio, sulla capacità dei sodalizi di inquinare l'economia e di infiltrare la pubblica amministrazione per intercettare le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo", sottolinea la relazione. Il periodo "permane connotato dal perdurare della pandemia da Covid-19" e l'analisi sull'andamento della delittuosità "continua a mostrare come le organizzazioni criminali si stanno muovendo secondo una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio. Quest'ultimo fattore è ritenuto, infatti, elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di ricchezza". Da sottolineare, inoltre, che, nel primo semestre del 2021, sono stati confiscati a soggetti organici e collegati a vario titolo a gruppi mafiosi beni per 129 milioni e 307mila euro. Nello stesso periodo sono stati effettuati sequestri per un valore di 93 milioni 771 mila euro.
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L'interesse per la tecnologia
Le consorterie criminali sono inoltre interessate "alle più moderne tecnologie e in particolare a tutti gli strumenti che permettono un rapido e invisibile passaggio di denaro" testimoniato dal ricorso "a pagamenti effettuati con criptovalute quali i Bitcoin e più recentemente i Monero che non consentono il tracciamento e sfuggono al monitoraggio bancario”, si legge ancora nella relazione che poi cita, come "nuove minacce in tema di riciclaggio" anche le procedure degli Nft, "non fungible token", "allorquando potrebbero essere volte a nascondere la provenienza illecita dei capitali utilizzati per le transazioni".
Nuove tendenze
La ‘Ndrangheta è "silente ma più che mai viva nella sua vocazione affaristico-imprenditoriale": senza abbandonare il ruolo di leader nel traffico internazionale di cocaina, "potrebbe tentare una ulteriore espansione dei propri affari illeciti anche attraverso possibili mutamenti degli equilibri criminali con sodalizi di diversa matrice". Intanto, online "è sempre più frequente l'uso dei social network per condividere messaggi testuali e frammenti audiovisivi espliciti di ispirazione camorristici".